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Malattia oncologica e teatroterapia

Il mio corpo è un’opera d’arte: dal cancro al burlesque. Questo è il titolo dello spettacolo andato in scena lo scorso 25 maggio al Teatro Puccini di Firenze. Un “tutto esaurito” per un gruppo di pazienti oncologiche che hanno portato per la prima volta su un palco, con grande intensità e vitalità, l’esperienza di malattia.

L’idea nasce durante la malattia di Francesca, che nel 2012 scopre di avere un carcinoma al seno. Francesca è regista, il suo lavoro consiste nel condurre laboratori di teatro sociale, ma la malattia ribalta la sua vita.

Come molte altre donne inizia i percorsi di riabilitazione del Ce.Ri.On (Centro di Riabilitazione Oncologica di Firenze) ed emerge il bisogno di “mettere insieme” l’esperienza professionale e l’esperienza di malattia e la volontà di trasformarla in esperienza di vita, in qualcosa di emozionante, di bello e di condividere questa trasformazione con le altre donne incontrate durante il percorso.

Diventa forte la necessità di portare al pubblico un’idea diversa della malattia oncologica. La condivisione di questa idea con i professionisti responsabili del Ce.Ri.On (dove vengono condotti gruppi di teatroterapia) porta alla nascita del progetto “Women Life Love. La malattia come esperienza di vita”, laboratorio e spettacolo teatrale con pazienti oncologiche.

E il progetto diventa realtà quando Michele, neurologo dell’ospedale di Careggi, decide di sostenerlo e finanziarlo in ricordo della cara moglie Carla. Un’ idea molto speciale: creare e produrre uno spettacolo teatrale che abbia come tema la malattia oncologica.

Ricordare Carla con uno spettacolo interpretato da donne, come lei malate di cancro, che si mettono in gioco rappresentando sul palcoscenico tutto il loro percorso di malattia, come “opera d’arte”. Tutte le donne che negli anni hanno partecipato ai gruppi di teatroterapia a Villa delle Rose sono state ricontattate e 19 di loro hanno aderito al progetto e formato la Cooperativa delle Soubrettes.

Così è iniziato un intenso anno di lavoro dove la malattia si trasforma da una esperienza subita, drammatica e non voluta ad una occasione di diventare portavoce di vitalità, risorse, ma anche occasione di sensibilizzazione culturale e prevenzione.

Da pazienti ad attrici, sono  salite sul palcoscenico per raccontarsi, con  commovente autenticità, e con il compito di trasmettere un grande messaggio di speranza e positività.

E così sono stati portati in scena l’irrompere della diagnosi, lo sgomento, la solitudine, il dolore, le terapie, le parole e gli sguardi che feriscono, il difficile rapporto con i medici. Le cicatrici, il corpo malato, che tradisce, che non sente.

Ma poi il coraggio, la forza, la rinascita, l’ironia, i sorrisi, la condivisione e l’amore degli altri, le parrucche colorate, i reggiseni rossi. Si ride e si piange, senza mai rinunciare ad essere donna, con rossetti e burlesque.

E un “grazie alla malattia che mi ha reso migliore, pronta alla guerra e a vivere ogni giorno una battaglia”.

A grande richiesta, le Soubrettes torneranno sul palco del teatro Puccini il 21 ottobre 2016.

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Autore dell’articolo

Dott.ssa Elisa Grechi

Psicologa, psicoterapeuta e supervisore EMDR. Perfezionamento in Counseling ad indirizzo Rogersiano. Lavora da più di 10 anni per la LILT presso il Centro di Riabilitazione Oncologica di Firenze (CeRiOn – ISPRO). Con lo stesso Istituto collabora oltre che nella riabilitazione anche nell’ambito della ricerca e della formazione del personale sanitario. In questi anni ha approfondito le proprie competenze in ambito oncologico e nell’approccio integrato Mind-Body presso la Harvard Medical School. Opera come psicoterapeuta presso l’Istituto IPSICO di Firenze e si occupa principalmente di problematiche relative al trauma e alla dissociazione, disturbi di ansia e problematiche relazionali.

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