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Painkillers addiction

dipendenza da antidolorifici

Il Sistema Integrato di Analisi e Previsione Abuso e Dipendenze (SIAPAD) della Regione Lombardia, nel rapporto di Giugno 2016, ha sottolineato che circa mezzo milione di persone ha utilizzato, nell’anno, un farmaco oppiaceo in Lombardia, il 31,9% di questi al di fuori di un trattamento terapeutico.

Il 22% delle persone che hanno assunto questi farmaci li ha ottenuti senza prescrizione. Il rapporto del SIAPAD ha evidenziato che il numero di persone che hanno usato farmaci oppiacei senza prescrizione è maggiore del numero di coloro che hanno assunto eroina. Sebbene l’assunzione di oppiacei fuori da controllo medico non significhi averli assunti impropriamente, si tratta pur sempre si sostanze psicoattive che possono dare overdose e dipendenza.

La Dipendenza da Antidolorifici è una forma di dipendenza sia psicologica che fisiologica derivante dall’abuso o dal misuso di medicinali (antidolorifici, analgesici, antinfiammatori, oppiacei). Negli ultimi anni si sta assistendo a un sempre maggior consumo di Painkillers (PK) a base di principi attivi quali: Idrocodone (Vicodin), Idromorfone (Dilaudid), Meperidina (Demerol) e Ossicodone (OxyContin).

Rispetto ad altre sostanze di abuso, si tratta di medicinali semplici da reperire anche senza prescrizione medica, di basso costo e con effetti molto simili alle altre sostanze psicoattive. Inoltre, la classificazione di “farmaco” è più rassicurante e meno stigmatizzata di quella di “droga”, ma un farmaco oppiaceo male utilizzato, ed al di fuori del controllo medico, comporta conseguenze tipiche del Disturbo da Dipendenza da Sostanze (DUS), come craving, tolleranza, astinenza e compromissione graduale del funzionamento personale.

Non sono rari i casi in cui le persone iniziano ad usare PK sotto prescrizione medica (ad esempio a seguito di un intervento) e successivamente ricercano ed usano il farmaco per le sensazioni attivanti o rilassanti che induce.

Quando l’uso è reiterato nel tempo, cominciano a comparire i primi segni di assuefazione alla sostanza (necessità di aumentare la dose di medicinale per continuare ad ottenerne gli stessi effetti), di astinenza dalla sostanza (sintomi psico-fisici in corrispondenza della sospensione dell’assunzione) ed il craving (pensieri intrusivi sulla sostanza, sul suo reperimento e sulla sua assunzione e desiderio compulsivo della sostanza).

Alcuni autori hanno parlato di dipendenza “accidentale da eroina” riferendosi alla dipendenza da eroina che spesso scaturisce da abusi reiterati di PK, in quanto tali sostanze hanno sostanzialmente i medesimi effetti psicotropi.

Di seguito una lista di “campanelli di allarme” utili per valutare se si sta sviluppando o se si è già instaurata una dipendenza da PK:

  • Pensare spesso ai farmaci o alla prossima assunzione;
  • Non seguire letteralmente la prescrizione medica (dosi e tempi di assunzione);
  • Cercare di reperire PK senza prescrizione medica;
  • Avere usato per lunghi periodi di tempo PK;
  • Provare fastidio o irritazione se il farmaco viene volontariamente o involontariamente sospeso.

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Autore dell’articolo

Dott.ssa Giulia Calamai

Psicologa e psicoterapeuta cognitivo comportamentale. Ha maturato la sua esperienza professionale nel settore delle dipendenze lavorando per l’Associazione “Ce.i.s. - Centro di Solidarietà di Pistoia”. Opera come psicoterapeuta presso l’Istituto di Psicologia e di Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale IPSICO di Firenze e presso il proprio studio professionale a Pistoia. Si occupa primariamente di psicodiagnosi, dipendenze patologiche e disturbi di personalità. Profilo linkedin

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