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Disturbi alimentari: un problema solo femminile?

I disturbi dell'alimentazione sono presenti anche negli uomini

La ricerca sui disturbi alimentari si è concentrata prevalentemente sulle ragazze e sulle donne.

In effetti i dati epidemiologici che abbiamo a disposizione indicano una minore prevalenza nei ragazzi e negli uomini. Di conseguenza, molti studi non includono un campione maschile, il che ha portato a una comprensione limitata dell’impatto sulla salute pubblica dei disturbi alimentari nei maschi.

Questo ha anche rafforzato lo stereotipo secondo cui i disturbi alimentari sono solo un “problema femminile”.

Nell’ultimo decennio, l’interesse per l’immagine corporea maschile è cresciuta contribuendo all’aumento del numero di ricerche finalizzate a comprenderne le componenti principali, le sue correlazioni socioculturali, psicologiche e comportamentali.

Moltissimi studi hanno cercato di analizzare se ci fossero dei gruppi demografici associati ad un maggior rischio, quali possono essere i fattori di vulnerabilità e infine gli ostacoli principali al trattamento dei disturbi alimentari nei maschi.

Gruppi sociali a rischio di sviluppare disturbi alimentari

I principali gruppi demografici maschili a cui sembra associato un maggior rischio di disturbi alimentari sono:

  • Minoranze sessuali e di genere: un recente studio (Nagata et al. 2020) evidenzia come uomini appartenenti a minoranze sessuali (Gay, Bisexual, Pansexual…) e appartenenti a minoranze di genere come i transgender, abbiano maggiori probabilità di avere disturbi alimentari rispetto agli eterosessuali. Le ricerche suggeriscono che tale aumento del rischio, possa derivare dall’esposizione cronica a fattori di stress come pregiudizio, discriminazione e omofobia interiorizzata.
  • Atleti: ragazzi e uomini che praticano sport sensibili al peso (ad esempio lottatori, pugili, fantini, canottieri) e sport estetici (ad esempio pattinatori artistici, ginnasti, bodybuilder) corrono un rischio maggiore di sviluppare disturbi alimentari (Karrer et al. 2020). Per alcuni sport, infatti, rientrare in una specifica classe di peso, può comportare dei vantaggi e spingere quindi gli atleti a comportamenti alimentari disfunzionali per passare rapidamente a un peso più basso.

Fattori di vulnerabilità

Altre ricerche si sono concentrate sul cercare di evidenziare i fattori di vulnerabilità che influenzano l’aumento del rischio di sviluppare i disturbi alimentari nei maschi come la genetica e la comorbilità con altri disturbi psichiatrici. Alcuni studi hanno rilevato un’associazione tra disturbi alimentari nei maschi e disturbi dell’umore, disturbo di panico e disturbo d’ansia sociale.

Il modello “quadripartito” di Tylka (2011) è uno dei modelli socioculturali nato dal successivo perfezionamento del modello di influenza tripartita di Thompson. Tale modello teorizza che pressioni provenienti da molteplici influenze sociali possano causare l’interiorizzazione di un ideale del corpo maschile mesomorfo (caratterizzato da una muscolatura visibile associata a bassi livelli di grasso corporeo) che porta a due possibili traiettorie di percorso:

  1. Insoddisfazione per la propria muscolosità che predice i comportamenti mirati ad aumentare la massa muscolare;
  2. Insoddisfazione per il grasso corporeo che predice in modo significativo disturbi del comportamento alimentare.

Il modello di Tylka

Le influenze sociali teorizzate da Tylka sono quattro:

  • Media: l’uso del social media come Instagram, Youtube …, espone i ragazzi e gli uomini a forti pressioni esterne per conformarsi ad un corpo magro e muscoloso. La ricerca di Tylka del 2015 ha collegato anche l’uso della pornografia nei giovani all’aumento dell’insoddisfazione del grasso corporeo attraverso l’internalizzazione dell’ideale mesomorfico.
  • Genitori: famiglie che espongono regolarmente ragazzi e uomini a immagini mediatiche di corpi maschili mesomorfi rafforzano l’interiorizzazione di questo ideale che dalla ricerca sembra svolgere un ruolo di mediatore centrale nella relazione tra pressione familiare ad un corpo magro e muscoloso e insoddisfazione della muscolosità e insoddisfazione per il grasso.
  • Amici: percepire la pressione dei pari verso un corpo mesomorfo sembra essere direttamente associato all’aumento dell’insoddisfazione della propria muscolosità.
  • Partner: le potenziali pressioni del partner verso un corpo mesomorfo non sono state incluse nel modello tripartito originario, ma Tylka ha scoperto che tale influenza è l’unica ad avere un’associazione diretta con i disturbi del comportamento alimentare. Tale associazione non sembra essere mediata da altre variabili come invece succede per le altre influenze sociali prese in esame dal modello.

Rappresentazione del modello di Tylka (2011)

DCA nei maschi

Ostacoli al trattamento dei disturbi alimentari nei maschi

Stigma, vergogna interiorizzata, paura del giudizio e del rifiuto, preconcetti sui disturbi alimentari come un “problema da donne” e ritardi nel riconoscimento dei sintomi, sono i principali fattori che impediscono una precoce presa in cura.

Le opzioni di trattamento dei disturbi alimentari sono in gran parte centrate sulle donne e spesso anche gli operatori sanitari possono tardare nel riconoscere e fare diagnosi.

Oltre a incrementare gli studi sui disturbi alimentari nei maschi e validare empiricamente trattamenti specificatamente sviluppati per gli uomini, sarebbe importante abbattere tutte le barriere sociali e strutturali che impediscono anche il precoce riconoscimento di tale patologia.

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Autore dell’articolo

Dott.ssa Elena Lazzeri

Psicologa e psicoterapeuta cognitivo comportamentale. Ha conseguito il master in terapia e prevenzione dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità ed è socio ordinario dell’Associazione Italiana Disturbi dell’alimentazione e del peso (AIDAP). Opera come psicoterapeuta presso l’Istituto Ipsico e presso i suoi studi professionali di Poggibonsi e Colle di Val d’Elsa, occupandosi principalmente di disturbi dell’alimentazione e disturbi del sonno. Profilo linkedin

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