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Flash Technique: una nuova possibilità per elaborare il trauma

EMDR e flash tecnique

Cos’è la Flash Technique

La Flash Technique (Manfield et al. 2017) ha origine e si è sviluppata nella ricerca di Philip Manfield di una strategia utile per la fase di preparazione dell’Emdr.

Ad oggi è diventata non solo un utile strumento integrativo, ma anche un vero e proprio metodo, completo e a bassa intensità, per il sollievo del distress causato da memorie traumatiche.

Ha generato così un significativo interesse nel mondo della terapia Emdr (Manfield et al, 2021). L’Associazione Internazionale (EMDRIA) l’ha presentata per due anni consecutivi (2018 e 2019 ) ai Congressi Annuali e auspica la formazione dei terapeuti attraverso corsi online Basic e Advanced.

La procedura

La procedura richiede ai pazienti di identificare il ricordo che devono elaborare e successivamente di focalizzare su una esperienza positiva (focus emozionale positivo).

Il terapeuta chiede in alcuni momenti, mentre il paziente è coinvolto nel ricordo dell’esperienza positiva, di chiudere velocemente gli occhi  tre volte sbattendo le ciglia.

Nella forma originale veniva chiesto di richiamare il ricordo traumatico in modo molto veloce, in modo che le persone non entrassero nemmeno in contatto consapevole con i contenuti del ricordo e le emozioni associate (“come passare velocemente il dito su una fiammella”).

Nella versione più recente non si chiede nemmeno più al paziente di rievocare il ricordo e si procede semplicemente rievocando l’interruzione attraverso la parola “Flash” e lo sbattere delle ciglia (Manfield & Engel, 2018).

La storia della Flash Technique

Phil Manfield è stato formato all’uso dell’Emdr nel 1991 da Francine Shapiro ed ha trovato questo metodo estremamente potente. Lo ha quindi applicato nel tempo a situazioni sempre più complesse, come casi di dissociazione estrema e PTSD complesso.

Un elemento essenziale della terapia Emdr è che la persona acceda, anche se più brevemente rispetto ad altre terapie, al disturbo associato all’evento traumatico che si vuole elaborare e risolvere.

Normalmente il disturbo risulta abbastanza tollerabile dalla persona, che riesce ad avere accesso quanto basta per poter dare avvio all’elaborazione. Ma in alcune situazioni c’è invece il rischio che emergano potenti difese protettive che impediscono l’accesso e la presa di contatto con il disturbo, con la possibilità di creare esperienze dissociative.

Oppure le persone possono immergersi troppo nelle emozioni dolorose rendendo l’equilibrio del processo terapeutico difficile o addirittura inefficace.

La Flash Technique nasce così dalla necessità di trovare modi efficaci per facilitare l’elaborazione di memorie estremamente disturbanti nel trattamento con Emdr, in modo che il paziente non si senta soverchiato.

Una possibilità per rendere la terapia efficace e tollerabile

La ricerca clinica si è quindi concentrata su strategie utili per la fase di preparazione della persona al lavoro con Emdr. L’obiettivo di Manfield era quello di “titolare” i ricordi fortemente soverchianti,  per permettere alle persone di tollerare quei ricordi intensi senza bloccarsi, senitrsi sopraffatti o dissociarsi.

Il termine “titolazione” ha una origine chimica, si tratta di una modalità molto diffusa  nelle procedure di analisi che consiste nel far cadere un liquido con il contagocce, un poco alla volta.

Tra le strategie di titolazione delle memorie traumatiche, Manfield si è ispirato alla tecnica della “Titolazione Abbreviata” di Krystina Kinowsky (2003) basata sulla tecnica  Emdr della Pendulazione.

Nella Pendulazione i pazienti vengono incoraggiati a pensare ad una immagine molto positiva e poi guidati a passare dal pensiero positivo a pensare in modo molto periferico al ricordo disturbante che vogliono risolvere, finchè sono in grado di tollerare bene l’emozione generata da quel tipo di esposizione, in modo da poter proseguire poi con la classica procedura Emdr.

La Flash Tecnique prende forma

Dopo aver usato questa tecnica per molti anni per poter usare efficacemente l’Emdr nei casi complessi, Manfield ha iniziato a sperimentare la possibilità di rendere l’esposizione alla memoria disturbante sempre più breve e periferica.

Quello che ne è emerso è che la riduzione del disturbo che viene raggiunta diventa addirittura  molto più pronunciata e rapida quando l’esposizione al disturbo del ricordo traumatico è più breve.

Phil  ha osservato che le esposizioni estremamente brevi a ricordi traumatici sembrano accelerare significativamente l’elaborazione del cervello dei ricordi traumatici, con importanti riduzioni nei livelli di disturbo.

Questo è ciò che ha portato al nome “Flash Technique”. In questa formulazione della Flash Technique i pazienti sono istruiti a pensare alla memoria traumatica così brevemente che non c’è accesso consapevole a immagini, sensazioni o emozioni associate.

Ipotesi sui meccanismi di azione della Falsh Technique

L’assunto della Flash Technique è quello di non attivare il paziente e accedere ricordo senza accedere al disturbo.

Il ricordo viene fatto transitare dalla memoria a lungo termine alla memoria di lavoro dove arriva e rimane in maniera conscia per poco, per rimanervi  in maniera inconscia mentre il paziente focalizza su un focus emozionale positivo e procede con una stimolazione bilaterale.

Aggirare le difese: l’elaborazione subliminale

Esistono diversi studi che supportano il principio  secondo il quale l’esposizione subliminale o l’esposizione inconscia a stimoli temuti può portare ad una significativa diminuzione della reattività nei soggetti nei confronti degli stessi stimoli.

Paul Siegel (2009) in un rigoroso studio ha lavorato su un’esposizione a immagini di ragni di durata così breve a tal punto che i soggetti fobici erano inconsapevoli di aver visto tali immagini.

I risultati hanno mostrato che un’esposizione breve non verbalizzabile è più efficace nel ridurre la fobia verso i ragni rispetto alla visione di una durata meno breve che consente al nostro cervello di diventarne conscio.

Nello studio citato gli effetti sono a lungo termine e si mantengono ancora dopo un anno.

L’operazione compiuta dalle aree del cervello deputate all’elaborazione del trauma è infatti alterata dal disturbo correlato all’esperienza traumatica e riattualizzato dal ricordo.

Tali aree deputate all’elaborazione sono estremamente attivate durante l’esposizione molto breve, quando il paziente non è consciamente consapevole dell’esposizione e non sente alcun disturbo.

Ciò suggerisce che le aree del cervello che elaborano il trauma possono essere estremamente attivate durante la Flash Technique, mentre però la persona non sta percependo alcun disturbo e quindi è meno probabile che si attivino anche meccanismi difensivi.

Un nuovo modo per riconsolidare i ricordi elaborati nella memoria

La consapevolezza conscia sembra  quindi non necessaria ai processi di elaborazione e al riconsolidamento nella memoria.

Altri studi hanno permesso di cambiare le conoscenze sulla memoria di lavoro. Fino a poco tempo fa la memoria di lavoro era pensata essere esclusivamente conscia.

Recentemente è stato scoperto che, una volta identificato, un ricordo può essere mantenuto in forma non verbalizzabile e tale ricordo può essere utilizzato o modificato anche al di fuori della consapevolezza (Wong, 2021).

Stimolazione della prospettiva dell’osservatore adulto

La procedura della Flash Techinique permette lo sviluppo di una prospettiva adulta adattiva. Le persone non sono più troppo coinvolte e “osservano” cosa sta accadendo piuttosto che “sentire” cosa sta accadendo.

Dagli studi che usano la risonanza magnetica funzionale (Wong,2021)  sappiamo che il cervello elabora meglio il trauma quando non è in modalità attacco o fuga.

Quindi, questa è una tecnica che può far sì che la persona non si spaventi e possa  elaborare meglio.

“Tutto comincia da una interruzione, da una interruzione può ricominciare”

Il trauma crea una interruzione nella vita psichica di una persona e diventa nel cervello un nodo traumatico attorno al quale si possono creare modalità di adattamento che possono poi irrigidirsi e creare ulteriori problemi nella vita della persona.

Il “Flash” e il focus positivo sono utilizzati con il fine di interrompere la deriva traumatica. Il battito degli occhi è una breve interruzione del focus emozionale positivo e sembra permettere al cervello di accedere brevemente e in modo spontaneo alla memoria traumatica attraverso le connessioni  Sostanza Grigia Periacqueduttale- Amigdala-Ippocampo, ma senza la cosapevolezza della persona (Wong,2021).

Il focus metodologico della Flash Technique è sulla possibilità di interrompere la ricorsività dell’ esperienza non risolta usando lo spostamento su un’altra prospettiva.

Molto interessanti  sono anche i punti di  condivisione e contatto con i meccanismi di azione e gli esiti di rapido sollievo del sistema di Neurofeedback Dinamico Non Lineare Neuroptimal.

Tale Sistema di allenamento cerebrale basa il suo funzionamento proprio sull’uso di una interruzione per permettere la riorganizzazione spontanea e adattiva del cervello in una modalità di interazione dinamica con il Sistema.

Prospettive future

Ovviamente sono necessari ancora studi di approfondimento sia sull’efficacia che sui meccanismi di azione della Flash Technique.  Molto promettente è il suo mostrarsi come  modalità terapeutica di rapido sollievo utilizzabile facilmente anche in gruppo.

La Flash Technique viene percepita più leggera e delicata, ma consistente. Veloce, ma rispettosa dei processi di elaborazione del cervello.

In uno studio del 2021 pubblicato su Frontiers of Psychology (Brouwers et al.) la Flash technique si è mostrata un intervento breve ed efficace al pari dell’Emdr nel ridurre la vividezza e le emozioni disturbanti delle memorie traumatiche, ma la Flash veniva valutata come più piacevole rispetto all’Emdr.

Bibliografia

  • Brouwers et al. (2021). The effects of the Flash Technique Compared to Those of an Abbreviated Emdr Therapy Protocol on the Emotionality and vividness of Aversive Memories. Frontiers in Psychology, Volume 12.
  • Manfield, P. & Engel, L. The Flash Technique: an Advance in Emdr Processing.  EMDRIA Conference, 2018
  • Manfield, P. & Engel, L. Riconsolidamento della memoria, Flash Technique e Emdr. Corso Basic (2021) Corso Advanced (2021). http//studioquintopiano.it
  • Manfield, P et al. (2017). Use of Flash Technique in EMDR Therapy: Four Case example. Journal of EMDR Practice and Research. Volume 11 (4)
  • Manfield, P. et al. (2021) Flash Technique in a Scalable Low Intensity Group Intervention for Covid 19 Related Stress in Healthcare Providers. Journal of EMDR Practice and Research. Volume 15, Number 2
  • Kinowsky, K. (2003).Put your best foot forward: An EMDR – related protocol for Empowerment using somatosensory and visual priming of resourse experiences.
  • Wong, S. (2021). A Model for the Flash technique Based on Working Memory and Neuro science Research. Journal of EMDR Practice and Research. Volume 15, Number 3.
  • Siegel, P. (2009). Very Brief Exposure: The Effects of Unreportable Stimuli on Fearful Behavior. Consciousness and Cognition. Volume  18.
  • Zengar (2018).Neuroptimal  Basic Certification Guide.

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Contrassegnato con: emdr, post traumatico, trauma

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Autore dell’articolo

Dott.ssa Elisa Grechi

Psicologa, psicoterapeuta e supervisore EMDR. Perfezionamento in Counseling ad indirizzo Rogersiano. Lavora da più di 10 anni per la LILT presso il Centro di Riabilitazione Oncologica di Firenze (CeRiOn – ISPRO). Con lo stesso Istituto collabora oltre che nella riabilitazione anche nell’ambito della ricerca e della formazione del personale sanitario. In questi anni ha approfondito le proprie competenze in ambito oncologico e nell’approccio integrato Mind-Body presso la Harvard Medical School. Opera come psicoterapeuta presso l’Istituto IPSICO di Firenze e si occupa principalmente di problematiche relative al trauma e alla dissociazione, disturbi di ansia e problematiche relazionali.

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