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Trauma Play therapy: il gioco come strumento terapeutico con bambini traumatizzati

terapia del gioco con bambini traumatizzati

“A child’s play is his talk and toys are his words.” – Ginott

Il gioco è il linguaggio naturale di tutti i bambini.

Quando viene offerto loro un ambiente ricco di giocattoli, pupazzi, costruzioni, strumenti musicali e libri, la loro ansia diminuisce così come la loro resistenza al cambiamento. Di pari passo aumenta la loro apertura all’apprendimento di nuove abilità e alla pratica di nuovi coping, ovvero di nuove strategie di fronteggiamento dei problemi. Ciò man mano che viene incoraggiato il loro senso generale di padronanza e competenza.

Durante le fasi iniziali della terapia con un bambino che ha subito un trauma, l’accesso e l’esplorazione di materiale disturbante dovrebbe essere ben calibrato per ridurre al minimo la disregolazione del sistema del bambino e massimizzare la stabilizzazione.

La migliore pratica di Play therapy si concentra sulla sicurezza (Bowlby, 1980), l’intersoggettività (Trevarthen, 1989), il sistema di ingaggio sociale (Porges, 2011), il gioco e la gioia (Panksepp, 2009).

Attraverso l’osservazione di sessioni di gioco è possibile rilevare il modo personale di affrontare, da parte del bambino, le nuove situazioni presentate, il suo modo di tenere in mente le relazioni primarie di attaccamento, i significati che attribuisce a se stesso, agli altri e il mondo.

I tentativi di affrontare gli eventi traumatici nella vita di un bambino attraverso un’elaborazione strettamente verbale possono lasciare intatti e infestanti strati di esperienza traumatica.

La ludoterapia combina il coinvolgimento cinestetico con la storia di ciò che è accaduto per integrare i pensieri, i sentimenti e le reazioni somatiche con la narrazione verbale, per eliminare la tossicità emotiva dall’evento in modo che possa diventare parte della storia del bambino, senza che ne sia ogni volta travolto.

Il sistema del gioco e dell’esplorazione

Lavorando con questo sistema si forniscono opportunità di gioco, ironia, umorismo e risate, questo migliora le capacità del bambino e di chi si prende cura di lui di sperimentare e tollerare le emozioni positive, vivendo momenti di vicinanza e connessione.

Play therapy: quando e come

E’ possibile integrare la Trauma Play Therapy all’interno di Terapie evidence-based, come la Terapia Cognitivo-comportamentale Focalizzata sul Trauma (TF-CBT) e la Terapia EMDR.

Le seguenti indicazioni possono servire come criteri generali per incorporare la Trauma Play:

  • il bambino ha subito un trauma precoce ed è cresciuto in ambienti deprivati;
  • il bambino presenta traumi dell’attaccamento, non è possibile per lui sentirsi al sicuro e mostra scarse risorse relazionali;
  • il bambino non è capace di esplorare i ricordi traumatici e si spegne o diventa iperattivato;
  • il bambino mostra una compromissione del sistema di ingaggio sociale.

Sessioni di Trauma Play hanno l’obiettivo di aumentare la capacità di sintonizzazione emotiva, connessione e sincronia all’interno dello scambio interattivo con il bambino.

Le attività di gioco possono essere utilizzate sia come strategia di cambiamento di stato, sia come occasioni di sperimentazione di affetti positivi, regolazione e connessione.

Strategie di buone prassi in Play Therapy

E’ importante:

  1. Dare importanza al senso di sicurezza e protezione del bambino;
  2. Valutare le principali strategie di coping utilizzate, promuovendone altre più adattive e funzionali;
  3. Calmare la fisiologia e migliorare la capacità di autoregolazione, ad esempio, attraverso la possibilità di avere i genitori come “partner calmanti”, promuovendo la sicurezza dell’attaccamento, la regolazione emotiva e il senso di autostima del bambino;
  4. Aumentare l’alfabetizzazione emotiva per permettere al bambino di accedere e comprendere meglio il personale vissuto emotivo;
  5. Proporre esposizioni graduali al materiale traumatico, ad esempio attraverso la danza diadica, permettendo così al bambino di avvicinarsi e allontanarsi dal ricordo traumatico;
  6. Creare un significato positivo su di sé post-trauma.

Il gioco e le terapie espressive possono essere utilizzati per costruire una narrativa coerente, mitigare l’approccio al contenuto spaventoso, insegnare e praticare nuove abilità, migliorare la regolazione emotiva, diminuire l’ansia, regolare la rabbia e lo stress, promuovere un dialogo interiore positivo, sviluppare abilità pro-sociali e migliorare le qualità dei legami di attaccamento.

“Le parole sono un modo di capire ma non l’unico per capire cosa accade all’interno”.

Bibliografia

  • Gomez A.M.,2020. Terapia EMDR.
  • Goodyear Brown P., 2021. Parent as Partners in child therapy.
  • Goodyear Brown P., 2019. Trauma and play therapy.
  • Goodyear Brown P., 2010. Play therapy in traumatized children.

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Contrassegnato con: età evolutiva, post traumatico, trauma

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Autore dell’articolo

Dott.ssa Ilaria Palmerini

Psicologa, Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale, Terapeuta EMDR II Livello. Ha lavorato in passato presso IPSICO, Firenze.
Ha conseguito il Master in Terapia cognitivo comportamentale dell’obesità e ha svolto attività di lavoro presso centri pubblici e privati specializzati nel trattamento dei disturbi del comportamento alimentare. Si occupa primariamente di disturbi dell’alimentazione, di psicotraumatologia, di disturbi dello spettro ansioso in adolescenti ed adulti. E’ socia ordinaria dell’Associazione italiana Disturbi dell’alimentazione e del peso (AIDAP), dell’Associazione EMDR in Italia e dell’ESTD European Society for Trauma and Dissociation.

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