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Abulia: definizione, cause e trattamento

cos'è e come si cura l'abulia

L’abulia è una condizione caratterizzata da una marcata riduzione della motivazione e della capacità di iniziativa e si manifesta in diverse condizioni psichiatriche, neurologiche e mediche.

Più nello specifico, il termine “abulia” deriva dal greco a- (privazione) e boulé (volontà), e descrive una condizione in cui il soggetto non riesce a intraprendere o completare azioni volontarie, nonostante ne abbia le capacità fisiche e cognitive.

Manifestazione dell’abulia

L’abulia si manifesta attraverso diversi processi, che coinvolgono aspetti comportamentali e cognitivo-emotivi:

  • Riduzione dell’attività motoria: movimenti rallentati o assenza di azioni spontanee.
  • Incapacità decisionale: difficoltà a fare scelte, anche banali.
  • Assenza di iniziativa: incapacità di avviare attività personali o sociali.
  • Appiattimento emotivo: diminuzione delle risposte affettive agli stimoli.

Il quadro di compromissione sintomatologica può variare in intensità, da forme lievi che limitano alcune attività quotidiane a forme gravi che impediscono completamente il funzionamento autonomo.

Abulia ed altre condizioni simili

Distinguere l’abulia da altre condizioni simili, con cui può manifestarsi in comorbilità, è essenziale sia da un punto di vista diagnostico sia, soprattutto, per formulare interventi terapeutici efficaci.

  • Apatia: Mentre l’abulia è caratterizzata da una difficoltà nell’iniziativa e nell’esecuzione delle azioni spesso descritta dai pazienti come una sensazione di “paralisi interna”, l’apatia si riferisce a una perdita di interesse generale, non specificatamente rivolto all’esecuzione di atti motori.
  • Anedonia: Abulia e anedonia, soprattutto nei quadri depressivi, spesso si manifestano in comorbilità. Tuttavia, a differenza dell’abulia, l’anedonia si caratterizza per una specifica incapacità di provare piacere, piuttosto che in un blocco nell’azione.
  • Acinesia: Comune nei disturbi del movimento, come il Parkinson, si riferisce alla riduzione dei movimenti spontanei, senza necessariamente implicare una perdita di motivazione.

Le cause dell’abulia

Come accennato, l’abulia non è un disturbo a sé stante ma rappresenta un sintomo di condizioni patologiche più complesse.

Più nello specifico, l’abulia può essere causata da squilibri neurochimici, può manifestarsi in alcuni quadri neurologici e neurodegenerativi ed in alcune condizioni psichiatriche e psicopatologiche.

Cause neurologiche dell’abulia

Tra le cause neurologiche più comuni troviamo le lesioni cerebrali e gli ictus.

L’abulia si presenta con una certa frequenza nei casi in cui vi è una lesione ai danni dei lobi frontali, in particolare a carico del circuito fronto-striatale.

Tale area è infatti direttamente coinvolta nella regolazione della motivazione e del comportamento.

Cause neurochimiche e neurodegenerative dell’abulia

Uno dei neurotrasmettitori maggiormente coinvolti nella genesi e nel mantenimento dell’abulia è la dopamina.

Questo neurotrasmettitore, infatti, svolge un ruolo fondamentale nella regolazione della motivazione e del piacere.

Squilibri a carico del sistema dopaminergico, ed in particolar modo una riduzione della trasmissione dopaminergica, sono quindi frequentemente associati a quadri abulici.

Il ruolo della dopamina nella regolazione della motivazione e del piacere spiega perché le malattie neurodegenerative come il Parkinson, l’Alzheimer e la malattia di Huntington, che colpiscono proprio il sistema dopaminergico, sono spesso accompagnate da sintomi abulici.

Anche altri neurotrasmettitori, come la serotonina e la noradrenalina possono contribuire ad aggravare il quadro, come avviene ad esempio nei quadri depressivi.

Cause psichiatriche dell’abulia

Oltre ai quadri neurologici, l’abulia si manifesta anche in una serie di condizioni psicopatologiche e psichiatriche tra cui troviamo in particolar modo:

  • la depressione maggiore: soprattutto nei casi depressivi caratterizzati da una gravità importante, l’abulia rappresenta un sintomo centrale, combinandosi frequentemente con l’anedonia. In questo contesto, la perdita di motivazione, oltre a derivare da alterazioni neurochimiche, è spesso legata alla presenza di pensieri negativi, al senso di impotenza e una visione pessimistica del futuro, elementi tipici dei quadri depressivi. A differenza dei quadri neurologici, nella depressione maggiore, inoltre, l’abulia si associa anche a vissuti di colpa molto importanti da parte del paziente, spesso conseguenti proprio alla riduzione delle attività.
  • la schizofrenia: l’abulia fa parte dei sintomi negativi della schizofrenia, insieme all’apatia, all’alogia (povertà di linguaggio) ed all’isolamento sociale.
  • I disturbi d’ansia: Sebbene meno comune, l’abulia può comparire anche nei quadri ansiosi, laddove la paura eccessiva può contribuire a bloccare la motivazione all’azione da parte del paziente.

La cura dell’abulia

Il trattamento dell’abulia è strettamente dipendente dalla causa sottostante a questa condizione e può includere approcci riabilitativi, come nel caso delle lesioni neurologiche, farmacologici e psicoterapici.

Approcci Farmacologici

  • Stimolanti dopaminergici: Farmaci come la levodopa (utilizzata nel Parkinson) o gli agonisti della dopamina possono migliorare i sintomi abulici nei pazienti con disfunzioni del sistema dopaminergico.
  • Antidepressivi: Gli inibitori della ricaptazione della serotonina (SSRI) o della dopamina (come il bupropione) sono efficaci nei casi in cui l’abulia è associata alla depressione.
  • Antipsicotici atipici: Utilizzati nei pazienti schizofrenici, alcuni antipsicotici (come l’aripiprazolo) hanno dimostrato di alleviare i sintomi negativi, inclusa l’abulia.

Psicoterapia

La psicoterapia è di fondamentale importanza laddove la causa dell’abulia sia da individuare in un quadro psicopatologico poiché aiuta i pazienti a sviluppare strategie per superare i blocchi motivazionali direttamente responsabili della ridotta capacità d’azione.

In particolar modo, la psicoterapia cognitivo comportamentale rappresenta il gold standard per il trattamento della depressione e dei disturbi d’ansia.

Questa agisce utilizzando due approcci, quello cognitivo e quello comportamentale. Nella depressione, ad esempio, l’intervento cognitivo è incentrato sulla ristrutturazione e sulla modifica dei pensieri che generano le emozioni tipicamente presenti in questo quadro ed associati all’abulia come la tristezza, il senso d’impotenza ed il senso di colpa. Dall’altra parte, la terapia comportamentale mira a stimolare il paziente nella graduale ripresa delle attività piacevoli e significative.

Questi due interventi si rinforzano vicendevolmente: l’intervento cognitivo, infatti, motiva il paziente alla ripresa delle attività e, parallelamente, la ripresa delle attività piacevoli promuove pensieri più positivi.

La terapia cognitivo comportamentale, dunque, stimola la genesi di un circolo virtuoso opposto al circolo vizioso tipicamente associato ai quadri depressivi.

Abulia e qualità di vita

L’abulia ha un impatto significativo sulla qualità della vita dei pazienti e dei loro familiari.

La mancanza di iniziativa e il ritiro sociale spesso portano a isolamento, disoccupazione e difficoltà relazionali.

Inoltre, il senso di colpa e di fallimento che accompagnano l’abulia possono aggravare condizioni psichiatriche sottostanti, come la depressione.

In quest’ottica, gli interventi precoci e personalizzati possono fare la differenza, migliorando il funzionamento quotidiano del paziente e riducendo il carico per le famiglie e i caregiver.

Bibliografia

  1. Levy, R., & Dubois, B. (2006). “Apathy and the Functional Anatomy of the Prefrontal Cortex-Basal Ganglia Circuits.” Cerebral Cortex,16(7), 916–928.
  2. Beck, A. T., et al. (1979). Cognitive Therapy of Depression.New York: Guilford Press.
  3. Treadway, M. T., & Zald, D. H. (2011). “Reconsidering Anhedonia in Depression: Lessons from Translational Neuroscience.”Neuroscience and Biobehavioral Reviews,35(3), 537–555.
  4. Stahl, S. M. (2013). Stahl’s Essential Psychopharmacology.4th ed. Cambridge: Cambridge University Press.

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Autore dell’articolo

Dott.ssa Marta Joanna Drabik

Psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale. Svolge l’attività libero professionale presso gli studi privati di Pistoia, Lucca e Montecatini Terme. Si occupa di sostegno psicologico e psicoterapia cognitivo-comportamentale dei Disturbi d’ansia, della Depressione, dei problemi relazionali e personologici ed è abilitata all’utilizzo della tecnica EMDR. E’ inoltre specializzata nel trattamento cognitivo-comportamentale del Disturbo ossessivo-compulsivo e fa parte dei professionisti affiliati alla rete CEDOC (Centro d’Eccellenza per il trattamento del Disturbo ossessivo-compulsivo). Partecipa attivamente a diversi progetti di ricerca mantenendosi costantemente aggiornata circa le più recenti evidenze scientifiche e i percorsi terapeutici cognitivo-comportamentali più efficaci.

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