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Benessere psicologico e bella stagione

depressione e bella stagione

Fin dall’età classica si riteneva che le alterazioni patologiche dell’umore fossero sensibili ai cambiamenti di stagione.

Ippocrate di Kos, padre della medicina, formulò quella che in Occidente è una delle prime teorie eziologiche, ovvero che non fanno derivare le malattie dalla volontà divina o dalla magia, bensì dagli squilibri degli umori all’interno dell’uomo.

Tali umori definiscono il temperamento della persona; questi umori sono fluidi corporei quali: bile nera, bile gialla, flegma e il sangue.
In base a questa teoria umorale, Ippocrate riteneva che in autunno prevalesse la produzione di bile nera, responsabile della melanconia, ed in estate di bile gialla, causa della mania.

Infatti l’umore di fondo di ciascun essere umano manifesta fisicamente dei cambiamenti in relazione a svariati fattori; tra questi, le condizioni dell’ambiente in cui si vive risultano determinanti.

Per poter sopravvivere nell’ambiente tutti gli esseri umani hanno dovuto e devono fare i conti con l’alternarsi del giorno e della notte, dei cicli lunari e delle stagioni. La cronobiologia è una branca della biologia che ha come obiettivo lo studio dei ritmi biologici, comprendenti principalmente il ritmo circadiano (un ciclo di circa 24 ore, come il ciclo sonno-veglia), il ritmo infradiano (più lungo di un giorno), il ritmo ultradiano (più corto di un giorno).

I ritmi circadiani dipendono da un “orologio interno” all’organismo che è sincronizzato con il ciclo naturale del giorno e della notte attraverso stimoli naturali come la luce solare e la temperatura ambientale, e anche stimoli di natura sociale. Riguarda tutte le funzioni organiche e influenza la fisiologia, il comportamento, la sfera cognitiva e il ritmo sonno-veglia, nell’uomo e in tutti i mammiferi.

Nel contesto dei ritmi biologici, risulta fisiologico che l’umore manifesti dei cambiamenti e delle variazioni in relazione al fatto che sia giorno o notte, estate o inverno, inizio o metà anno. E’ indispensabile la regolarità dei ritmi biologici: una loro interruzione, modificazione o alterazione, risultano essere un fattore di rischio o un fattore aggravante sia per alcune malattie organiche che per alcuni disturbi psichici.

Che cosa succede quindi nel nostro equilibrio mentale quando arriva la bella stagione? Il sole, quindi la luce, il caldo che effetto hanno sul nostro umore?

La luce solare attenua ansia e stress favorendo il benessere psicologico: la luce è infatti responsabile della produzione di serotonina. L’orologio biologico che ciascun essere umano ha nel cervello si attiva ogni mattina appena sorge il sole, con la produzione di proteine, enzimi e serotonina.. così fino a meta giornata; piano piano si rallenta con il ridursi della luce e subentra la melatonina che fa scendere i suddetti valori al fine di regolare il nostro corpo costituito per la vita diurna.

La luce in eccesso, condizione tipica del periodo estivo, è responsabile dell’aumento della produzione di serotonina e ciò è di aiuto all’umore delle persone che soffrono di depressione, creando una positività che il buio nega loro.

All’opposto, la luce in eccesso, è responsabile dell’aumento dello stato di eccitazione mentale nei soggetti che soffrono di disturbo bipolare dell’umore: in loro molto spesso il disagio psichico si acutizza con l’arrivo delle alte temperature. Aumenta in modo esagerato la loro vivacità, l’instabilità e la tendenza ad avere comportamenti incongrui.

Pertanto è fondamentale sostenere i pazienti che seguono già un trattamento psicoterapeutico e farmacologico a fronteggiare il problema con adeguate strategie di coping. Spesso una scarsa conoscenza del problema genera comportamenti inadeguati che, invece di migliorare il problema, lo rendono ancora più grave determinando l’instaurarsi di circoli viziosi.

Quindi un trattamento che comprenda anche un intervento psicoeducativo ai pazienti con gravi disturbi mentale e alle loro famiglie, aiuta entrambe le parti a riconoscere i segni iniziali di crisi, migliora la comunicazione all’interno del nucleo familiare e riduce il numero e la gravità delle ricadute.

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Contrassegnato con: depressione, disturbi dell'umore, disturbo bipolare

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Autore dell’articolo

Dott.ssa Eleonora Stopani

Psicologa e psicoterapeuta cognitivo comportamentale. Lavora presso l'Istituto IPSICO di Firenze. Docente interno e supervisore della Scuola Quadriennale di Specializzazione in Psicoterapia. Si occupa primariamente di disturbi dell'umore (in particolare di depressione post-partum), di disturbo ossessivo-compulsivo e di altri disturbi dello spettro ansioso. Ha pubblicato vari articoli scientifici su tali argomenti. Dopo varie collaborazioni con l'Università di Firenze e la ASL Centro (Firenze), attualmente è consulente di alcune associazioni per le quali si occupa di psiconcologia, terapia della dignità nel fine vita, aspetti psicologici ed emotivi della difesa personale, bullismo e violenza tra minori.

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