La sessualità femminile
La sessualità femminile è stata, a seconda delle epoche storiche, connotata di interpretazioni varie e spesso stravaganti. Definita complicata, minacciosa, vergognosa, incontenibile, demoniaca. Matura se vissuta con certe modalità o al contrario infantile, repressa, gerarchicamente inferiore a quella maschile. Da liberare, da rivendicare o da rispettare.
Dagli anni ‘60 in poi, soprattutto grazie al lavoro della coppia di ricercatori Masters e Johnson si cominciarono ad avere informazioni scientifiche sulla sessualità. Soprattutto sulla sessualità femminile e sull’orgasmo femminile, fino a quel momento quasi totalmente ignorati al livello medico.
Le fasi della risposta sessuale femminile
I due ricercatori identificarono le fasi fondamentali della risposta sessuale, identiche nel maschio e nella femmina, e ne studiarono minuziosamente i dettagli medici e fisiologici. Il piacere, che si snoda tra le quattro fasi di desiderio/eccitazione, plateau, orgasmo e risoluzione, accompagna, sostiene e colora in senso erotico il ciclo di risposta sessuale. Proprio la fase dell’orgasmo femminile rappresenta nell’immaginario il punto culminante del piacere e grazie alle osservazioni di Masters e Johnson possiamo conoscerne l’esatta fisiologia.
Le fasi preliminari all’orgasmo femminile
Durante le fasi di eccitamento e di plateau inizia e si alimenta la risposta sessuale. Le strutture anatomiche che avvolgono vagina e clitoride vengono maggiormente irrorate di sangue. La lubrificazione delle pareti vaginali aumenta. Si estroflettono le piccole labbra, la vagina si allunga verso l’interno e tutto il corpo risponde alla stimolazione. Si arriva alla fase dell’orgasmo femminile vero e proprio.
L’orgasmo della donna
Questa esperienza soggettiva di grande piacere, che può arrivare dopo un tempo estremamente variabile delle fasi precedenti, può durare intorno ai 20 secondi. Uno spasmo iniziale dei muscoli che circondano il terzo esterno della vagina (la “platform orgasmica”) segue di pochi secondi il momento dell’orgasmo.
Dopo di questo cominciano una serie di contrazioni, di solito tra 5 e 8, al ritmo di una ogni 0,8 secondi, che rappresentano la quintessenza dell’esperienza dell’orgasmo. Queste sono accompagnate in alcune donne da contrazioni dei muscoli perianali e dell’utero. Aumentano il battito cardiaco e la pressione sanguigna, si manifesta un’ipereccitabilità neuromuscolare. Si riscontra un’iperventilazione poco prima dell’orgasmo e si può verificare un rossore della pelle del tronco.
Le intensità delle sensazioni dovute a queste modificazioni possono variare molto da caso a caso, anche nello stesso soggetto. Nelle forme più tranquille la persona può mantenere il totale controllo di sé, in quelle più intense si può verificare una virtuale perdita di coscienza, con un ottundimento dei sensi che dura pochi secondi.
La fase post-orgasmica
Dopo l’orgasmo tutte le componenti fisiologiche tornano velocemente ai livelli pre-eccitatori, raggiungendo quella che Masters e Johnson hanno chiamato fase di risoluzione. Essa è caratterizzata da una sensazione di rilassamento e progressivo rilascio tensivo. Se l’orgasmo non viene raggiunto, invece, lo stato di eccitazione neurofisiologica decresce molto più lentamente e la congestione degli organi sessuali può risultare fastidiosa anche per ore.
Gli orgasmi multipli femminili
Masters e Johnson rilevarono inoltre una straordinaria (fino ad allora sconosciuta) caratteristica della risposta sessuale femminile. Alcuni soggetti, infatti, erano in grado di provare orgasmi multipli consecutivi. Tra i vari orgasmi della donna non è presente una fase di risoluzione (in cui la stimolazione non produce alcuna reazione o addirittura fastidio), al contrario di quello che accade mediamente nel maschio. È possibile che questa condizione sia connessa al grado di eccitazione della persona, più che a una predisposizione personale, e alla capacità di lasciarsi andare, seguendo emozioni e desideri.
La sessualità umana, infatti, è indissolubilmente legata a cognizioni ed emozioni. Tutte e quattro le fasi di risposta sessuale corrispondono ad una stimolazione fisica così come ad una componente emotiva e di pensiero. Al di là della fisiologia, quindi, esiste un mondo ed un modo del tutto personale di esperire la sessualità e la sua espressione nel punto culminante dell’orgasmo femminile.
Cosa impedisce l’orgasmo nelle donne
Credenze erronee, scarsa confidenza con il proprio corpo, problematiche relazionali, pregiudizi o insufficiente educazione sessuale possono, tanto quanto problematiche esclusivamente fisiologiche, inficiare la qualità del piacere.
A maggior ragione la sessualità femminile, dove l’esperienza di piacere orgasmico non ha una funzione immediatamente ovvia come nel maschio, è stata spesso oggetto di discriminazioni informative e di trascurata educazione. Una sessualità soddisfacente e la capacità di raggiungere orgasmi derivano infatti dalla consapevolezza del funzionamento del nostro corpo. Occorre sapere come le reazioni fisiche siano indissolubilmente legate alle esperienze emotive e cognitive, aver confidenza con la propria dimensione personale di piacere erotico.
I disturbi dell’orgasmo femminile
Secondo dati recenti nella popolazione italiana, circa il 9% delle donne raggiunge raramente o mai l’orgasmo. Negli Stati Uniti la percentuale nella popolazione generale arriva all’11%.
Alcune donne, inoltre riferiscono di non avere problemi a raggiungere l’orgasmo durante la masturbazione ma di non riuscire a raggiungerlo con il proprio partner.
È interessante notare anche che circa il 22,7% delle donne italiane finga talvolta di raggiungere l’orgasmo, innescando un circolo vizioso di non detto che tende a cronicizzare i disturbi legati alla sessualità e all’orgasmo. Quando questo accade l’attenzione viene rivolta alla questione del raggiungimento dell’orgasmo in modo insistente. Ciò genera vissuti spiacevoli e impedisce di focalizzarsi semplicemente sul piacere, inevitabile e naturale, che porta spontaneamente al culmine dello stesso.
Come favorire l’orgasmo della donna
Per poter comprendere appieno le proprie problematiche legate al raggiungimento dell’orgasmo, possiamo chiederci innanzi tutto se nelle fasi precedenti (desiderio/eccitamento e plateau) tutto funziona bene per noi. Se il desiderio è presente, l’eccitamento arriva e permane e se il piacere aumenta gradualmente è utile chiederci che cosa impedisce il raggiungimento dell’orgasmo.
Potrebbero esserci difficoltà riguardanti emozioni o pensieri sul proprio corpo, quello dell’uomo o di determinate situazioni di intimità. In questo caso è utile prendere gradualmente confidenza con il proprio corpo e la propria nudità. Serve esporsi inizialmente anche da sole al proprio corpo nudo, osservando magari i propri genitali. Si conquista così sempre maggior confidenza con quel corpo che, di fatto, ci portiamo addosso quotidianamente.
Lo stesso principio espositivo vale nei confronti del corpo del partner, se il problema risulta essere quello. Si acquisisce infatti progressivamente familiarità con la parte o le parti che possono risultare in qualche modo sgradevoli. Inoltre, potrebbe essere utile esercitare la propria capacità di raggiungere l’orgasmo con l’autoerotismo, accompagnato da fantasie sessuali. Ciò al fine di poter comunicare anche al partner quali sono le proprie preferenze e come può aiutarci a raggiungere l’orgasmo.
Quando serve un aiuto professionale
La terapia cognitivo-comportamentale, sia individuale che di coppia, può aiutare ad affrontare i problemi che sottostanno alle disfunzioni sessuali, comprese le problematiche legate all’orgasmo (anorgasmia). In terapia si affrontano le già citate credenze disfunzionali, nonché le problematiche relazionali o personali. Si impiegano tecniche comportamentali o semplicemente si forniscono informazioni psicoeducazionali sulla sessualità femminile. Ciò può migliorare, anche di molto, l’esperienza umana fondamentale del piacere erotico e facilitare il raggiungimento dell’orgasmo femminile.