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Sindrome di asperger e autismo

Autismo e sindrome di asperger

Quando parliamo di disturbi dello Spettro Autistico (Autism Spectrum Disorder, ASD, APA 2013) spesso si rilevano alcuni luoghi comuni errati. Ad esempio, “non può essere autistico perché prova emozioni” oppure “non può essere Asperger perché è troppo empatico”.

Questi tipi di convinzioni rinforzano uno stigma che sicuramente non aiuta a comprendere in pieno la variabilità dello spettro autistico. Il neurosviluppo varia in modo complesso da persona e persona in termini di funzionalità, di adattamento e di disabilità intellettive, qualora siano presenti. La sindrome di asperger è solo uno dei disturbi dello spettro con alcune caratteristiche specifiche.

Sintomi dell’Asperger e dei disturbi di spettro autistico

I criteri diagnostici elencati nel Diagnostic Statistic Manual 5 (DSM 5, 2013) sono:

  1. Deficit persistente nella comunicazione sociale e nell’interazione sociale in diversi contesti, non spiegabile attraverso un ritardo generalizzato dello sviluppo, e che si manifesti attraverso:
    1. Difficoltà nella reciprocità socio-emotiva: un approccio sociale anormale e difficoltà nella conversazione e/o un ridotto interessi, delle emozioni e degli affetti e/o una mancanza di iniziativa nell’interazione sociale.
    2. Deficit nei comportamenti comunicativi non verbali usati per l’interazione sociale, che vanno da una povera integrazione della comunicazione verbale e non verbale, oppure un’anormalità nel contatto oculare e nel linguaggio del corpo, o deficit nella comprensione e nell’uso della comunicazione non verbale, fino alla totale di mancanza di espressività facciale e gestualità.
    3. Difficoltà nello sviluppo e nel mantenimento di relazioni appropriate al livello di sviluppo (non comprese quelle con i genitori e caregiver): difficoltà nel regolare il comportamento rispetto ai diversi contesti sociali e/o difficoltà nella condivisione del gioco immaginativo e nel fare amicizie e/o apparente mancanza di interesse per le persone.
  2. Comportamenti e/o interessi e/o attività ristrette e ripetitive come manifestato da almeno 2 dei seguenti punti:
    1. Linguaggio e/o movimenti motori e/o uso di oggetti, stereotipato e/o ripetitivo: come semplici stereotipie motorie, ecolalia, uso ripetitivo di oggetti, frasi idiosincratiche.
    2. Eccessiva aderenza alla routine, comportamenti verbali o non verbali riutilizzati e/o eccessiva resistenza ai cambiamenti (rituali motori, insistenza nel fare la stessa strada o mangiare lo stesso cibo quotidianamente, domande o discussioni incessanti o estremo stress a seguito di piccoli cambiamenti).
    3. Fissazione in interessi altamente ristretti con intensità o attenzione anomale: forte attaccamento o preoccupazione per oggetti inusuali, interessi eccessivamente perseveranti o circostanziati.
    4. Iper-reattività e/o Ipo-reattività agli stimoli sensoriali o interessi inusuali rispetto a certi aspetti dell’ambiente: apparente indifferenza al caldo/freddo/dolore, risposta avversa a suoni o tessuti specifici, eccessivo odorare o toccare gli oggetti, fascinazione verso luci o oggetti in movimento.
  3. I sintomi devono essere presenti nella prima infanzia (ma possono non diventare completamente manifesti finché la domanda sociale non eccede il limite delle capacità).
  4. L’insieme dei sintomi deve compromettere il funzionamento quotidiano.
  5. Queste alterazioni non sono meglio spiegate da disabilità intellettiva o da ritardo globale dello sviluppo. La disabilità intellettiva e il disturbo dello spettro dell’autismo spesso sono presenti in concomitanza.

Caratteristiche e cause dell’autismo e dell’Asperger

Nei maschi il disturbo dello spettro autistico, tra cui la sindrome di asperger, sembra manifestarsi quattro volte di più che nelle femmine e clinicamente in quest’ultime sembra essere maggiormente associato a disabilità intellettive.

Attualmente non vi è ancora un accordo condiviso su quali siano le cause specifiche dell’autismo. Gli studiosi concordano nel sostenere l’ipotesi eziopatogenetica a favore di meccanismi multifattoriali. Ovvero l’interazione di fattori genetici e ambientali, oltre ad altre variabili di ordine biologico.

Infine, nonostante la questione vaccini-autismo sia piuttosto controversa, la letteratura sull’argomento rileva come i Disturbi dello Spettro Autistico non sono maggiormente presenti nella popolazione di bambini che hanno effettuato il vaccino rispetto a quelli che non l’hanno ricevuto. In definitiva non vi sono evidenze scientifiche volte a sostenere tale relazione.

I Disturbi dello Spettro Autistico sono rappresentati all’interno del DSM-5 come un’unica categoria diagnostica che include il Disturbo Autistico, la Sindrome di Asperger e il Disturbo disintegrativo dell’infanzia ma senza più differenziazione come nel DSM IV.

Ciò che è necessario distinguere in questa nuova prospettiva è lo spettro autistico da una condizione di sviluppo tipico e da altri disturbi non attribuibili allo spettro. Nonostante la concettualizzazione di una singola categoria diagnostica, vi sono diverse ed eterogenee manifestazioni cliniche dello spettro variabili da persona a persona e con differenti gradi di gravità. In alcuni casi, può esservi una disabilità intellettiva o del linguaggio.

Il concetto di sindrome di Asperger

La sindrome di Asperger, così definita nel DSM IV, non è più presente nel DSM 5. Tuttavia, a livello clinico può ancora servire per distinguere nelle forme di autismo lieve quelle caratteristiche che sono da tempo associate a questa etichetta e attivare le risorse necessarie per intervenire in modo specifico.

Lo spettro autistico è quindi un insieme di condizioni associate ad uno sviluppo atipico. Tale spettro può essere diagnosticato tramite una valutazione delle manifestazioni cliniche a livello comportamentale, ma non esiste un esame neurologico specifico.

Come dimostrato da vari studi internazionali quello che caratterizza i Disturbi dello Spettro Autistico è in termini dimensionali i diversi livelli di autismo e modi di manifestarsi secondo la gravità e, in termini di continuità, il collocarsi degli stessi lungo un asse di neurotipicità-neurodiversità in cui i “tratti autistici” possano essere considerati distribuiti uniformemente nella popolazione generale oltre che clinica.

Lo spettro autistico

Con il termine neurotipico si intende tutti coloro che hanno una organizzazione neurologica tipica e non rientrano nello spettro autistico.  Utilizzare il termine neurodiversità d’altro canto, è da attribuire all’autismo, ma non equivale a disabilità perché esistono manifestazioni autistiche non patologiche.

Inquadrare l’autismo e l’Asperger in termini neurotipici significa considerare ad esempio l’ampia diversità a livello sensoriale presente nello spettro autistico. Numerosi studi, anche tra i più recenti, rilevano differenze percettive sensoriali superiori. Ad esempio, possono mostrare una sensibilità più spiccata per suoni specifici, per la luce, per alcuni odori o gusti o per la consistenza di alcuni cibi, ma può esserci anche una peculiare sensibilità tattile.

In genere, sono presenti differenze percettive rispetto all’intensità e all’attenzione diretta verso certi stimoli, ma anche una sensibilità specifica nella percezione del proprio corpo e della componente motoria.

Emozioni, empatia e spettro autistico

Sono presenti differenze emotive nella comprensione ed espressione delle proprie emozioni, nella loro modulazione in base al contesto e nell’interpretare le emozioni altrui a seconda dell’espressività del corpo.

Tuttavia, questo non significa che non provino emozioni. Talvolta possono provare in certe situazioni emozioni diverse rispetto alle aspettative e al contesto come ad esempio provare paura rispetto ad una sorpresa o agitazione o rabbia per un gesto affettuoso come un bacio o un abbraccio. Ciò dipende da un’ipersensibilità sensoriale al tocco che può essere presente in alcuni, o alla difficoltà a comprenderne il significato sociale.

Possono esprimere affetto in modo talvolta non appropriato al contesto, e sono in grado di sperimentare empatia.  Infine, si rintracciano differenze a livello cognitivo, soprattutto nella flessibilità del pensiero, nello stile cognitivo, nella memoria e negli interessi ristretti e ripetitivi. Gli interessi possono essere atipici o inusuali e sono portati avanti con perseveranza ed intensità.

L’attenzione rivolta a certi interessi può essere totalizzante e per questo si parla di iperfocus. La persona risulta così completamente assorbita mentre è concentrata sull’interesse specifico e può mostrare poco flessibilità. Gli interessi costituiscono spesso un modo per rilassarsi o comunque una fonte di piacere. Inoltre, può consentire di acquisire una elevata padronanza di certe abilità ed in alcuni casi essere spendibile nel lavoro.

Excursus storico su autismo e sindrome di Asperger

Storicamente si sono distinte due condizioni principalmente, la condizione di autismo classico o autismo di Kanner e la Sindrome di Asperger.

L’autismo classico è caratterizzato dalla presenza della gran parte dei sintomi dello spettro autistico con un ritardo nel linguaggio (non parlano prima dei 3 anni di vita). Circa il 50% delle persone con un funzionamento autistico presenta ritardo mentale di intensità variabile e una maggiore presenza di stereotipie motorie e ripetizione di parole senza un significato apparente (ecolalia).

Seppur utilizzata con cautela, nel linguaggio comune vengono descritte due forme di autismo, a basso funzionamento se presente un ritardo mentale e ad alto funzionamento nel caso non ci sia.

Sintomi dell’Asperger

La sindrome di Asperger si manifesta con un’intelligenza nella norma o superiore. Talvolta può essere più difficile riconoscerne le caratteristiche rispetto all’autismo classico per la presenza di un maggior adattamento o una maggiore funzionalità. Tuttavia, possono manifestarsi comunque difficoltà nel comprendere la mente altrui, nell’espressione delle proprie emozioni in modo contestualizzato e socialmente appropriato.

Ci sono spesso iper-sensibilità alle luci, ai rumori, olfattive e tattili e talvolta peculiarità nei movimenti e nell’uso dello spazio tali da apparire goffi. Ad esempio, ci possono essere difficoltà nella coordinazione motoria e nell’uso di alcuni oggetti o mezzi. Possono utilizzare il linguaggio in modo molto pragmatico e avere per questo difficoltà a comprendere ad esempio le battute, pur avendo buone abilità linguistiche.

Interessi e attività

Si rintracciano interessi particolari e ripetitivi che possono essere portati avanti quotidianamente allo stesso modo.  In alcuni di questi interessi o in alcune attività possono essere particolarmente dotati e abili a focalizzarsi in modo selettivo su una cosa. Potrebbe esserci un interesse a condividere attività con altri o comunque partecipare, ma non conoscere il modo con cui farlo o come ottenerlo.

Affettività

Talvolta posso tendere ad esprimere il loro affetto per gli altri facendo cose per loro piuttosto che comunicandolo con le parole o possono credere che basti dirlo una singola volta senza che sia necessario continuare a ripeterlo o dimostrarlo.

Isolamento sociale

È possibile che si sentano “alieni” e questo può peggiorare l’umore alimentando ansia o depressione. Una depressione secondaria è spesso correlata ai livelli di isolamento sociale o alla possibilità di essere vittima di bullismo, alla scarsa qualità della vita da un punto di vista affettivo e lavorativo e alla ridotta presenza di servizi efficienti sul territorio.

Alcuni possono avere un’intelligenza superiore alla media, tuttavia ciò non migliora le difficoltà a livello sociale, che per alcuni studi sembrano addirittura peggiorare, all’aumentare dei livelli di intelligenza.

Affrontare Asperger e disturbi dello spettro autistico

Nonostante si parli di difficoltà di vario tipo o differenze nel filtrare le informazioni che arrivano dal contesto circostante, è bene considerare l’autismo e l’Asperger condizioni dello sviluppo. In tal senso è opportuno provare a comprendere questo funzionamento e guardare il mondo con i loro occhi in modo da aiutarli a dare un senso a ciò che li circonda e a dare un nome alla loro esperienza così da imparare a condividere il significato che danno ad essa con gli altri.

Bibliografia

  • APA (American Psychiatric Association) (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders 5

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Contrassegnato con: autismo, età evolutiva

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Autore dell’articolo

Dott. Gabriele Melli

Psicologo, Psicoterapeuta. Presidente dell’Istituto di Psicologia e Psicoterapia Comportamentale e Cognitiva (IPSICO, Firenze). Presidente dell’Associazione Italiana Disturbo Ossessivo-Compulsivo (AIDOC). Si occupa primariamente di disturbi ossessivo-compulsivi, ansia per la salute (ipocondria), ansia e attacchi di panico, disturbi di personalità. Docente presso numerose Scuole di Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale. Autore/coautore di 3 libri e di oltre 80 tra articoli su riviste internazionali e nazionali, presentazioni e poster a convegni e congressi; curatore della traduzione di 6 volumi scientifici. Profilo linkedin

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