Introduzione
La co-occorrenza di disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) e neurodivergenze come il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) e il disturbo dello spettro autistico (ASD) negli adulti è un’area di crescente interesse nella psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT).
Sebbene questi disturbi siano spesso considerati separati e distinti, recenti ricerche evidenziano un’interessante sovrapposizione nelle loro manifestazioni e nelle aree cerebrali coinvolte.
Queste combinazioni di condizioni presentano sfide diagnostiche e terapeutiche significative, ma una comprensione più approfondita può migliorare notevolmente la qualità della vita dei pazienti.
Caratteristiche dei disturbi
Il DOC è caratterizzato da pensieri ossessivi intrusivi e comportamenti compulsivi ripetitivi.
Le ossessioni sono pensieri, immagini o impulsi intrusivi che causano disagio o ansia significativa. Le compulsioni sono azioni o rituali ripetitivi che l’individuo sente il bisogno di eseguire per alleviare l’emotività negativa causata dalle ossessioni.
Oggi si parla non tanto di autismo quanto di disturbi dello spettro autistico (ASD) intendendo una gamma di quadri clinici che possono variare per pregnanza e gravità dei sintomi. Riguardano difficoltà nella comunicazione e nell’interazione sociale, oltre a comportamenti ripetitivi e interessi ristretti o iperfocalizzati.
Negli adulti, i sintomi possono variare notevolmente, ma spesso includono difficoltà nel gestire le interazioni sociali, difficoltà di sgancio attentivo, ed in alcuni casi nel cogliere le differenze non verbali di stile comunicativo della comunicazione quali ironia, sarcasmo ed aspetti metaforici.
Alcuni adulti con ASD possono aver sviluppato strategie di coping che mascherano i sintomi, definite strategie di “masking”, rendendo la diagnosi più difficile.
L’ADHD è un disturbo del neurosviluppo caratterizzato da difficoltà attentive e iperattività. Tali sintomi possono presentarsi nel loro insieme o singolarmente, rendendo la diagnosi non sempre facile.
Negli adulti, i sintomi possono manifestarsi come difficoltà a mantenere l’attenzione, a organizzare attività, a rispettare le scadenze e a controllare gli impulsi. Questi sintomi possono interferire con il lavoro, le relazioni e altre aree della vita quotidiana.
Prevalenza della co-occorrenza
La comorbilità tra DOC e ADHD è un’area di crescente interesse clinico. Studi recenti indicano che una significativa percentuale di persone con ADHD può sviluppare sintomi ossessivo-compulsivi. Si stima che circa il 25.5% dei pazienti pediatrici con DOC presentino anche sintomi di ADHD, mentre tra gli adulti la prevalenza è di circa l’11.8%.
Caratteristiche cliniche comuni nei pazienti con entrambe le condizioni includono difficoltà nel mantenere l’attenzione, iperattività e impulsività che possono sfociare in comportamenti compulsivi.
Inoltre la difficoltà a mantenere la concentrazione, la conseguente tendenza a procrastinare e la fatica nella gestione del tempo possono aggravare e corroborare il circuito dei sintomi ossessivo-compulsivi.
La prevalenza del DOC tra le persone con ASD è variabile, con stime che vanno dal 1.47% al 37.2%, con una media del 10%.
Alcuni sintomi come i comportamenti ripetitivi possono essere scambiati per compulsioni del DOC, così come le difficoltà a gestire il cambiamento e le transizioni, il bisogno di una certa rigidità e prevedibilità ambientale.
Questo tipo di caratteristiche può aggravare la presentazione sintomatologica del DOC e sostenerla.
Caratteristiche Neurobiologiche
Iperattività nel DOC
Il DOC è spesso associato a un’iperattività nel circuito frontostriatale, che include la corteccia orbitofrontale, il nucleo caudato e il talamo.
Questa iperattività è correlata a pensieri ossessivi e comportamenti compulsivi. Quando le persone con DOC provano a resistere alle loro compulsioni, l’ansia aumenta, alimentando ulteriormente il ciclo di ossessioni e compulsioni.
Le tecniche di neuroimaging hanno mostrato un aumento del metabolismo in queste aree cerebrali, suggerendo un’eccessiva attività neuronale.
Ipoattività nell’Autismo
Al contrario, l’autismo è spesso caratterizzato da un’ipoattività in alcune delle stesse regioni del cervello citate in precedenza.
Studi di imaging cerebrale hanno dimostrato che le persone con ASD tendono ad avere una ridotta attività nel circuito frontostriatale, che può contribuire alle difficoltà di modulazione delle risposte emotive e comportamentali.
Questa ipoattività può spiegare i comportamenti ripetitivi e la resistenza ai cambiamenti osservati negli individui autistici.
Funzioni Esecutive e Dopamina
Studi di mappatura cerebrale hanno dimostrato che i pazienti con ADHD e DOC condividono disfunzioni cerebrali comuni e specifiche durante l’inibizione dell’interferenza e l’allocazione dell’attenzione, suggerendo una diversa modulazione della dopamina nelle regioni striatali del cervello.
Principalmente, le sovrapposizioni nei deficit di attivazione si trovano nelle regioni frontostriatali, insulari e cerebellari. Queste svolgono un ruolo nel controllo di sé e nella previsione temporale, governando l’impulsività nelle scelte.
Implicazioni terapeutiche
Il trattamento di queste condizioni cliniche, qualora siano compresenti, deve tenere conto delle caratteristiche specifiche di ogni paziente e adattarsi alle diverse esigenze.
Come sappiamo la Terapia Cognitivo Comportamentale è ampiamente riconosciuta come uno degli interventi più efficaci per il DOC. Questo grazie alla sua enfasi sulla psicoeducazione riguardo al funzionamento del DOC e sull’esposizione con prevenzione della risposta (ERP). Essa aiuta i pazienti a confrontarsi con le loro ossessioni senza ricorrere alle compulsioni.
Tuttavia sono necessarie alcune integrazioni. Primariamente la psicoeducazione su come il disturbo ossessivo-compulsivo si inserisce nei processi di funzionamento dell’ADHD o dell’ASD, per comprendere come un meccanismo influenzi o aggravi i processi dell’altro. Inoltre, alcuni aggiustamenti sulle tecniche di intervento sono necessarie.
Integrazioni per i disturbi dello spettro autistico
Nei pazienti con ASD ad esempio, le caratteristiche distintive come la rigidità nei comportamenti e la difficoltà nelle interazioni sociali rendono necessarie alcune accortezze.
Le tecniche di ERP possono essere modificate per adattarsi alle capacità cognitive e comportamentali del paziente, assicurando che l’esposizione alle ossessioni avvenga in un contesto strutturato e prevedibile.
Inoltre, l’inclusione di interventi comportamentali volti a migliorare le abilità sociali e comunicative può contribuire a ridurre l’isolamento sociale che spesso aggrava i sintomi del DOC.
Integrazioni per l’ADHD
Per i pazienti con ADHD, le difficoltà nel mantenere l’attenzione e nel gestire l’impulsività richiedono strategie organizzative e comportamentali specifiche.
L’uso di promemoria visivi, check-list e tecniche di gestione del tempo può aiutare i pazienti a rimanere focalizzati e a ridurre la procrastinazione. Inoltre, l’integrazione della CBT con farmaci stimolanti può migliorare significativamente i risultati terapeutici, consentendo ai pazienti di partecipare più efficacemente alla terapia.
L’approccio multifattoriale nel trattamento delle comorbilità di DOC, ASD e ADHD deve considerare anche l’uso combinato di farmaci, come gli SSRI per il DOC e gli stimolanti per l’ADHD.
Una gestione attenta della farmacoterapia è cruciale per evitare interazioni negative e massimizzare i benefici clinici. Per questo la collaborazione con professionisti che si occupino nello specifico della farmacoterapia per queste presentazioni cliniche si rende necessaria.
Un approccio terapeutico efficace deve considerare anche il supporto alla famiglia e ai caregiver, che svolgono un ruolo cruciale nel supportare il paziente.
I caregiver possono beneficiare di programmi di formazione che li aiutino a comprendere meglio le condizioni del loro familiare e a sviluppare strategie di coping efficaci. Il supporto psicologico per i caregiver è altrettanto importante per prevenire il burnout e promuovere un ambiente familiare sano.
Conclusioni
La co-occorrenza di ASD, ADHD e DOC negli adulti rappresenta una sfida significativa. Tuttavia, con un approccio diagnostico accurato e un trattamento integrato, è possibile gestire efficacemente questi disturbi.
La CBT, adattata alle specifiche esigenze del paziente, combinata con un’appropriata gestione farmacologica, offre un percorso promettente per migliorare la qualità della vita di chi soffre di questi disturbi.
Spesso questi pazienti vengono diagnosticati in modo erroneo, e quindi sono indirizzati verso percorsi non idonei con conseguente riduzione drastica dell’outcome terapeutico.
È quindi cruciale che i professionisti della salute mentale siano consapevoli della possibilità di co-occorrenza di ASD o ADHD nel quadro del DOC e adottino un approccio integrato e personalizzato nel trattamento.
La ricerca continua e l’aggiornamento professionale sono essenziali per affrontare efficacemente queste complesse interazioni cliniche.
Le testimonianze di persone adulte con DOC e neurodivergenze sottolineano l’importanza di un approccio diagnostico e terapeutico integrato.
Con il crescente riconoscimento e la comprensione di queste co-occorrenze, i trattamenti stanno diventando sempre più efficaci, migliorando significativamente la qualità della vita di chi ne è affetto.
Le comunità online continuano a svolgere un ruolo cruciale nel fornire supporto e condivisione di esperienze, contribuendo a una maggiore consapevolezza e accettazione.
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