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Allattamento: fattore di rischio o di protezione per lo sviluppo di disturbi alimentari?

disturbi alimentazione e allattamento al seno

Allattare al seno protegge dal rischio che il bambino sviluppi in seguito un disturbo alimentare?

L’allattamento al seno è stato approfonditamente studiato in relazione agli effetti innegabilmente positivi sulla salute fisica dei bambini sia nell’infanzia che nell’adolescenza.

Alcuni studi suggeriscono anche che l’allattamento al seno durante il primo anno di vita, possa proteggere i bambini e gli adolescenti dallo sviluppare un sovrappeso.

In una review di 70 studi, si evidenzia effettivamente che il BMI (l’indice di massa corporea) è minore tra i soggetti che avevano ricevuto l’allattamento al seno.

Tuttavia, la differenza tra il BMI delle persone allattate al seno e quelle allattate col latte artificiale è minima ed è plausibile ipotizzare che possa essere influenzata da altri fattori.

Allattare al seno può essere un fattore di rischio per il futuro sviluppo di un disturbo alimentare?

Una recente ricerca effettuata su un campione di adolescenti statunitensi, ha cercato di studiare l’associazione tra allattamento al seno e il rischio di sviluppare comportamenti bulimici e disturbi dell’alimentazione diagnosticati.

Nonostante gli evidenti limiti dello studio, non è stata riscontrata alcuna associazione tra l’allattamento al seno (o la durata dell’allattamento al seno) e il rischio di sviluppare disturbi alimentari.

Dai dati emerge anche che l’allattamento al seno non offre alcuna protezione verso le problematiche alimentari che potrebbero insorgere nell’infanzia o nell’adolescenza.

Ovviamente le madri non devono essere certe scoraggiate dall’utilizzare l’allattamento al seno, in quanto come precedentemente affermato, sono evidenti una gamma di benefici fisici sulla salute del piccolo.

I fattori di rischio precoci per lo sviluppo dei disturbi alimentari sono ancora poco studiati, ma indubbiamente l’allattamento rappresenta la prima esperienza di nutrizione per il bambino e come tale, è una tappa importante per lo sviluppo di una sana relazione col cibo.

Allattamento al seno e allattamento artificiale: il tema del controllo

L’allattamento al seno, piuttosto che al biberon, potrebbe determinare esperienze differenti per quanto riguarda il controllo dell’alimentazione tra madre e bambino.

L’allattamento al seno non consente ai genitori di avere un feedback preciso rispetto alla quantità di latte assunto dal bambino e il comportamento della madre potrebbe essere maggiormente influenzato dalle risposte del neonato.

Il pasto si interromperà quando la suzione del neonato rallenta o si arresta e sopraggiunge quindi, il senso di sazietà del bambino. Questa rappresenta un’importante esperienza di regolazione interna della nutrizione.

Contrariamente, nella nutrizione tramite biberon, la madre ha un feedback più chiaro sulle quantità di latte consumate dal bambino e quindi avrà un ruolo più attivo nel determinare il momento in cui l’alimentazione finisce.

Quindi allattamento al seno o biberon?

Non è lo scopo di questo articolo elencare i benefici del latte materno per lo sviluppo del neonato.

Quello che però appare importante per un sano sviluppo psicologico, è che indipendentemente dalla scelta del sistema nutritivo, i genitori sappiano diversificare i segnali di fame, pienezza del figlio da quelli a valenza emotiva. Che vi rispondano adeguatamente, offrendo cibo quando il piccolo è affamato ma non quando ha bisogno di affetto o è annoiato e terminando il pasto quando è sazio e non quando il cibo è finito.

Se si risponde ai segnali emotivi col cibo, il bambino, crescendo, confonderà la fame con le esperienze emozionali e imparerà a mangiare o a rifiutare il cibo quando avvertirà emozioni quali tristezza, frustrazione o rabbia.

Questo sicuramente rappresenta un terreno fertile per lo sviluppo di problemi alimentari, come bulimia nervosa, anoressia nervosa, disturbo da binge-eating soprattutto nei periodi critici di sviluppo come quello dell’adolescenza.

Cosa conta davvero?

Fare la mamma significa molto di più che avere una quantità di latte sufficiente, essere madri è molto di più che allattare.

La capacità di rispondere ai bisogni del neonato con il cibo quando è affamato, qualsiasi sia il modo scelto (seno o biberon), è la cosa che ha veramente importanza.

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Contrassegnato con: disturbi alimentari

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Autore dell’articolo

Dott.ssa Elena Lazzeri

Psicologa e psicoterapeuta cognitivo comportamentale. Ha conseguito il master in terapia e prevenzione dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità ed è socio ordinario dell’Associazione Italiana Disturbi dell’alimentazione e del peso (AIDAP). Opera come psicoterapeuta presso l’Istituto Ipsico e presso i suoi studi professionali di Poggibonsi e Colle di Val d’Elsa, occupandosi principalmente di disturbi dell’alimentazione e disturbi del sonno. Profilo linkedin

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