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Eiaculazione ritardata o impossibile

eiaculazione ritardata o impossibile

Sintomi dell’eiaculazione ritardata

L’eiaculazione ritardata, secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM 5; APA, 2013) rientra nei disturbi dell’orgasmo maschile. E’ caratterizzata da un marcato ritardo o dall’incapacità di raggiungere l’eiaculazione.

Questi sintomi sono protratti come minimo per circa 6 mesi e causano nell’individuo un disagio clinicamente significativo. L’uomo riferisce difficoltà o incapacità di eiaculare nonostante una stimolazione sessuale e un desiderio di eiaculare adeguati.

L’uomo e la/il partner possono riferire tentativi prolungati di raggiungere l’orgasmo fino ad accusare dolore ai genitali e sospendere così ogni tentativo. Alcuni uomini possono tendere ad evitare l’attività sessuale a causa di una difficoltà costante ad eiaculare.

Diffusione del problema orgasmico

La prevalenza della eiaculazione ritardata è estremamente variabile tra gli studi presenti in letteratura, con dati che oscillano tra lo 0,15% e l’11%.

Questa variabilità è sicuramente dovuta al fatto che non esiste ancora un dato quantitativo rispetto a quello che clinicamente definiamo “ritardo eiaculatorio”.

Inoltre, la prevalenza dell’eiaculazione ritardata è età dipendente, con un aumento direttamente proporzionale con l’avanzare dell’età.

I fattori che incidono su questa correlazione sono i cambiamenti nella sensibilità peniena, l’aumento della prevalenza del deficit testosteronico e l’incremento dell’uso di farmaci impattanti sui tempi eiaculatori e sulla capacità orgasmica.

Classificazione e eziologia organica dell’ eiaculazione ritardata

In base all’insorgenza e alla manifestazione del disturbo, distinguiamo una eiaculazione ritardata:

  • permanente che si riferisce a un problema sessuale che è stato presente sin dalle prime esperienze sessuali;
  • acquisita si applica a disturbi sessuali che si sviluppano dopo un periodo caratterizzato dall’assenza di problematiche sessuali;
  • generalizzata si riferisce a difficoltà sessuali che non sono limitate a determinati tipi di stimolazione, situazioni o partner;
  • situazionale quando l’eiaculazione ritardata si verifica in base all’ambiente, al partner e in una specifica situazione.

La gravità di questo disturbo varia. Si va da un’inibizione involontaria dell’eiaculazione del tutto occasionale, che si supera con il semplice impiego della fantasia e/o stimolazione aggiuntiva. Ma si arriva fino all’inibizione grave, in cui il paziente, nel corso di tutta la sua vita non ha mai sperimentato un orgasmo.

Nella forma più lieve di questo disturbo il sintomo compare solo in situazioni ansiogene mentre il soggetto è in grado di eiaculare quando si sente tranquillo.

In situazioni più gravi l’uomo riferisce di non riuscire ad eiaculare durante il coito; in questi casi, tuttavia, l’uomo può riuscire ad eiaculare tramite la stimolazione manuale od orale da parte della partner.

Altre volte il riflesso eiaculatorio viene inibito anche al solo contatto da parte della compagna. Sempre grave è la situazione in cui l’uomo deve allontanarsi poiché non riesce ad eiaculare in presenza della donna ma riesce a farlo solo in solitudine.

Il quadro più serio, ma anche il più raro, è caratterizzato dal caso in cui il paziente non ha mai provato un orgasmo in tutta la sua vita neppure da solo.

Cause organiche

Molte condizioni organiche possono essere causa di ritardo eiaculatorio. La forma severa di eiaculazione ritardata è correlata, in genere, a malattie di origine neurologica (es. sclerosi multipla) o malattie endocrine (es. diabete mellito e ipotiroidismo), Oppure alla somministrazione di farmaci neurolettici, oppiacei, antiipertensivi, antidepressivi di tipo serotoninergico.

Tutti attori imputabili dell’aumento della soglia oltre la quale s’innescano i meccanismi eiaculatori, prolungando quindi la durata del rapporto sessuale. Inoltre qualsiasi danno all’innervazione simpatica o somatica della zona genitale può potenzialmente causare problemi alla funzione eiaculatoria e orgasmica.

Diagnosi differenziale

L’eiaculazione ritardata va distinta da due condizioni di origine organica. La prima è costituita dalla eiaculazione retrograda (o eiaculazione in vescica). Una particolare condizione che si verifica allorché lo sfintere vescicale non si chiude adeguatamente durante l’orgasmo. Ciò fa sì che si abbia un’erezione e un orgasmo ma nessuna eiaculazione esterna visibile.

Tale condizione è in genere attribuita a cause organiche come lesioni del midollo spinale, diabete mellito, esiti di prostatectomia o da chirurgia dell’aorta addominale o all’uso di antipertensivi.

La seconda condizione è detta orgasmo aneiaculatorio. In questo caso la fase espulsiva eiaculatoria avviene in assenza di una precedente fase di emissione e quindi di accumulo del liquido seminale. Tale condizione viene in genere associata a cause chirurgiche, endocrine o farmacologiche.

Eiaculazione ritardata di tipo psicologico

Una volta escluse cause di natura organica, possono essere prese in considerazione le ipotesi eziopatogenetiche di tipo psicologico.

L’ansia da prestazione può influire negativamente durante l’atto sessuale ed essere anche responsabile del ritardo eiaculatorio. In questi casi l’uomo si appresta al rapporto sessuale con la paura di non essere all’altezza e di non riuscire a soddisfare la partner.

L’individuo che soffre di ansia da prestazione si preoccupa dell’eiaculazione e ciò influisce sull’eccitamento. Se l’eccitamento viene meno progressivamente l’orgasmo viene ritardato.

Per alcuni uomini l’eiaculazione corrisponde ad un momento ansioso non tanto per l’atto in sé, piuttosto per l’impossibilità di controllare il corpo e le proprie sensazioni. Per altri ancora, il ritardo eiaculatorio riflette un atto egoistico in cui l’eiaculazione viene inconsapevolmente posticipata allo scopo di mantenere il ferreo controllo delle proprie azioni.

Può capitare che il disturbo dell’orgasmo compaia, in taluni casi, nel momento in cui i partner decidono di avere rapporti sessuali mirati al concepimento. La spiegazione di tali difficoltà può essere trovata sia nell’ansia da prestazione (il dover eiaculare in vagina) sia nella paura delle responsabilità derivate dal divenire genitori.

Tra le problematiche conflittuali della coppia quali cause del disturbo vari autori indicano l’aggressività repressa, l’ambivalenza verso un’eventuale gravidanza, la paura della dipendenza e quindi il timore dell’intimità, il bisogno ansioso di riuscire e le fantasie sessuali sentite come inaccettabili magari legate ad una rigida educazione religiosa che genera senso di colpa circa la sessualità.

Eiaculazione ritardata e implicazioni psicologiche

I maschi affetti da eiaculazione ritardata riferiscono di provare alti livelli di distress personale e relazionale, scarsa soddisfazione sessuale, alti livelli di ansia prima dei rapporti sessuali e frequenza maggiore di problematiche di salute generale rispetto alla popolazione sana di riferimento.

Inoltre, riferiscono una frequenza minore di rapporti sessuali penetrativi rispetto alla controparte di maschi senza eiaculazione ritardata.

Quando l’eiaculazione ritardata diviene un fenomeno frequente ed ordinario, la condizione potrebbe provocare seri ostacoli nella relazione di coppia, soprattutto all’interno della sfera sessuale. La partner dell’eiaculatore ritardato sperimenta spesso una condizione di frustrazione e insoddisfazione all’interno del rapporto. Questo perché potrebbe interpretare il problema del compagno come un rifiuto personale e sentirsi per questo anche meno attraente e incapace di soddisfare sessualmente il proprio partner.

Nell’eiaculazione ritardata, l’orgasmo maschile non è sempre così scontato e prolungare eccessivamente il rapporto può provocare dolore o irritazione genitale. Questa ricerca reiterata, estenuante e dolorosa senza lieto fine porta spesso come conseguenze l’evitamento dei rapporti sessuali e la diminuzione di desiderio sessuale nei partner.

Inoltre la disfunzione erettile secondaria o reattiva è talvolta una conseguenza dell’eiaculazione ritardata. Infatti il paziente può prevedere l’insuccesso prima ancora di avere il rapporto ed essere talmente bloccato da questi pensieri da mortificare completamente la sua reazione erettiva.

Valutazione del paziente con eiaculazione ritardata

Sono diversi i fattori che devono essere presi in considerazione per individuare con esattezza la causa scatenante il disturbo e, conseguentemente, scegliere il trattamento adeguato. La valutazione del paziente che riferisce difficoltà a raggiungere l’orgasmo e ad eiaculare dovrebbe partire da una buona anamnesi medica, dall’esame obiettivo e dall’anamnesi sessuologica.

Anamnesi medica

Essa dovrebbe approfondire i seguenti punti:

  • valutazione dei fattori eziologici;
  • accertamento dell’utilizzo di farmaci inducenti l’eiaculazione ritardata;
  • valutazione della sensibilità peniena (soprattutto nei pazienti diabetici);
  • valutazione dei livelli ormonali (attenzione ai bassi livelli di testosterone, iperprolattinemia, ipotiroidismo);

Anamnesi sessuologica

Essa dovrebbe prevedere la valutazione:

  • della storia del sintomo (modalità di comparsa, durata, gravità, impatto sulla persona/coppia);
  • delle abitudini masturbatorie (frequenza, intensità dell’atto, modalità);
  • del desiderio, dell’arousal e dell’orgasmo, fantasie sessuali, uso contraccettivi;
  • dei pensieri (pensieri disfunzionali intrusivi, pensieri ansiogeni, ecc.), credenze religiose e culturali;
  • della capacità di eiaculare in presenza del partner;
  • di aspetti psicopatologici insiti nel paziente (ansia e depressione, orientamento sessuale);
  • di problematiche relazionali (rispetto alla partner attuale ma anche con precedenti compagne);
  • della presenza di stressor ambientali (lavoro, problemi finanziari, malattie o lutti nei familiari, ecc.).

Trattamenti dell’eiaculazione ritardata

Le terapie volte ad affrontare l’eiaculazione ritardata sono principalmente:

  • Terapia farmacologica: si basa sulla somministrazione di farmaci di tipo simpatico-mimetici, in grado di stimolare i centri nervosi eccitatori, responsabili dell’orgasmo. Purtroppo però sono poche le evidenze in letteratura che dimostrano l’efficacia della terapia medica nella gestione della eiaculazione ritardata. Qualche vantaggio pare derivare dall’uso della Cabergolina e del Buprioprione.
  • Psicoeducazione: conoscenza dell’anatomia sessuale e del ciclo di risposta sessuale, miglioramento della consapevolezza del proprio corpo, comprensione dei fattori fisiologici e psicologici coinvolti nel rapporto sessuale, esame delle credenze e dei miti comuni inerenti il sesso, ecc.;
  • Terapia sessuologica comportamentale (psicoterapia mansionale intergrata): la psicoterapia dovrebbe coinvolgere entrambi i partner e si attuano trattamenti mirati a ridurre l’ansia da prestazione e aumentare le fonti di stimolazione fisica con graduale approssimazione all’eiaculazione in vagina. In pratica attraverso tecniche comportamentali, quali la focalizzazione sensoriale e la desensibilizzazione, il terapeuta insegna alla coppia ad approcciarsi alla sessualità in modo graduale. Spostando inizialmente l’attenzione dal coito, partendo da una stimolazione corporea generale, che non comprende la stimolazione genitale. In una fase successiva la coppia apprenderà la stimolazione genitale fino all’orgasmo e all’eiaculazione vicino all’introito vaginale. Per poi arrivare alla fase finale in cui il partner stimola il maschio a raggiungere il plateau, e nel momento in cui subentra la fase di emissione, la coppia è invitata a concludere l’atto con il rapporto penetrativo.

Talvolta si rende necessario lavorare anche sulla gestione delle resistenze del partner che arriva a sentirsi “usato” per la risoluzione del sintomo sessuale.

In questi casi una buona terapia di coppia, che faccia emergere i vissuti negativi come ad esempio emozioni di rabbia del partner, a volte associati anche alla impossibilità procreativa, permette al partner di superare le resistenze alla terapia e infine alla coppia di poter lavorare in equilibrio per il raggiungimento di una piena soddisfazione sessuale.

Conclusioni

Sebbene l’eiaculazione ritardata sia un sintomo sessuale invalidante, sia per l’individuo che per la coppia, ad oggi esso rappresenta probabilmente il disturbo dell’orgasmo maschile meno diagnosticato e meno studiato nel campo della sessuologia.

Poiché l’eiaculazione ritardata è solitamente sotto-diagnosticata, lo specialista dovrebbe porre particolare attenzione alla capacità orgasmica/eiaculatoria quando si trova di fronte un paziente che presenta squilibri ormonali, danni neurologici, problematiche psichiatriche.

Allo stesso modo se si sospetta una problematica di infertilità dovuta ad una eiaculazione ritardata si dovrebbe inviare il paziente ad un medico/psicologo esperto in sessuologia in modo da poter ripristinare la funzione sessuale fondamentale per il concepimento, ma anche per una buona soddisfazione di coppia.

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Articolo del 21/01/2020 Contrassegnato con: disfunzioni sessuali, disturbi sessuali, sessualità

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Autore dell’articolo

Dott.ssa Valentina Scarselli

Psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale. Fin dall’inizio della propria attività clinica si è interessata alla salute sessuale e riproduttiva della donna e della coppia più in generale. Ha una formazione specifica in ambito sessuologico e un dottorato di ricerca in medicina della riproduzione su tematiche psicorelazionali nell’ambito della fecondazione assistita. E' psicologa di riferimento presso il Centro Futura Diagnostica Medica P.M.A. Si occupa primariamente di disfunzioni sessuali, problematiche di coppia e relazionali, oltre che di orientamento, accompagnamento e sostegno psicologico ai percorsi di fecondazione assistita omologa ed eterologa.

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