Il disturbo da alimentazione incontrollata, o BED (binge eating disorder), è la più importante manifestazione patologica del comportamento alimentare inclusa nella categoria dei disturbi dell’alimentazione atipici.
Chi soffre di alimentazione incontrollata manifesta comportamenti bulimici di abbuffata ma non mette in atto i comportamenti di compenso tipici della bulimia (vomito, lassativi, attività fisica, digiuno), non segue una dieta e tende a mangiare in modo incontrollato anche al di fuori delle abbuffate.
Non manifesta una restrizione dell’alimentazione e ha manifestazioni molto diverse da quelle delle pazienti anoressiche. Generalmente è presente una condizione di sovrappeso o di obesità che determina marcato disagio e bassa autostima.
Le persone affette da disturbo da alimentazione incontrollata (o binge eating) sono molto preoccupate per il loro comportamento alimentare, se ne vergognano e lo giudicano un grave problema, sia per la sensazione di perdita di controllo e di voracità che quotidianamente manifestano, sia per le conseguenze che le abbuffate hanno sul peso corporeo e sulla salute.
Hanno sensi di colpa e tentano ripetutamente di contrastare le abbuffate compulsive, ma il binge eating prende spesso il sopravvento e le porta ad ingurgitare grandi quantità di cibo (spesso di cattiva qualità) in poco tempo.
Chi soffre di disturbo da alimentazione incontrollata (binge eating), spesso presenta delle complicazioni mediche secondarie al grado di obesità (diabete mellito, malattie cardiovascolari, apnee notturne, ipertensione arteriosa).
Da un punto di vista psicologico chi presenta un disturbo da alimentazione incontrollata può manifestare disturbi depressivi e isolamento sociale a causa del problema alimentare o della condizione fisica di obesità.
Come tutti i disturbi del comportamento alimentare, il binge eating disorder necessita, per il suo trattamento di un approccio multidisciplinare che preveda una collaborazione tra psicoterapeuta, dietologo, psichiatra, internista.
Gli obiettivi principali del percorso terapeutico cognitivo comportamentale per il trattamento del disturbo da alimentazione incontrollata riguardano: modificare lo schema di autovalutazione in base al controllo di peso, forme e cibo, normalizzare il peso e il comportamento alimentare, prevenire la ricaduta, migliorare l’autostima, sviluppare capacità assertive di riconoscimento validazione ed espressione di bisogni ed emozioni.