La risposta sessuale, sia nelle donne che negli uomini, consiste di due fasi separate: la fase di eccitazione caratterizzata da una reazione vasocongestizia localizzata (dilatazione vascolare degli organi genitali, lubrificazione vaginale, inturgidimento e arrossamento delle pareti vaginali) e la fase orgasmica dovuta ad una reazione involontaria di certi muscoli genitali producendo una forte sensazione di piacere.
La caratteristica fondamentale del disturbo dell’eccitazione femminile è la persistente o ricorrente incapacità di raggiungere, o di mantenere fino al completamento dell’attività sessuale, un’adeguata reazione di eccitazione sessuale con lubrificazione-tumescenza.
Il disturbo di eccitazione femminile può essere primario (la fase di eccitazione non è stata mai sperimentata in nessuna situazione e con nessun partner), secondario (la fase di eccitazione, almeno in una certa misura, è stata sperimentata in passato), generalizzato (l’eccitazione è inibita in tutte le situazioni e con tutti i partner) o situazionale (l’eccitazione è inibita solo in certe situazioni e con certi partner).
Molto spesso chi soffre di un disturbo dell’eccitazione femminile soffre anche di disfunzione orgasmica. Esistono, tuttavia, casi in cui la reazione orgasmica rimane inalterata in seguito alla stimolazione del clitoride o al coito pur in assenza di eccitazione. In questo caso, quindi, si potrà sperimentare l’orgasmo senza una lubrificazione palese.
Le donne che soffrono di difficoltà di eccitazione sono essenzialmente prive di sensazioni sessuali, ricavano ben poco piacere erotico dalla stimolazione e in certi casi non ne ricavano affatto. A livello fisiologico, non mostrano segni di vasocongestione genitale in risposta alla stimolazione sessuale, oppure reagiscono soltanto parzialmente, con una leggera lubrificazione, allo stimolo meccanico del pene nella vagina.
Le donne “non-reattive”, con disturbo dell’eccitazione, oltre a sperimentare un notevole disagio e difficoltà interpersonali, considerano l’esperienza sessuale come un duro compito. Le reazioni emotive vanno da un’angoscia profonda a una accettazione indifferente della loro condizione.
La reazione sessuale femminile dipende dalla funzionalità fisiologica (organi riproduttivi anatomicamente intatti, adeguata vascolarizzazione di questi organi, funzionale regolazione nervosa dei genitali e situazione ormonale normale). Tuttavia essa è poco vulnerabile ai fattori fisici quali malattie e invecchiamento ma, al contrario, è molto influenzata da fattori psicologici.
Questi ultimi comprendono la stimolazione insufficiente, la difficoltà a comunicare i propri bisogni erotici al partner, difficoltà ad abbandonarsi durante il rapporto sessuale facendo, quindi, da “spettatrice” e diventando giudice della propria prestazione sessuale. Queste preoccupazioni mentali rendono impossibile alla donna l’abbandono alle proprie esperienze erotiche e quindi una adeguata eccitazioni sessuale.
Possono intervenire anche fattori psicologici più profondi quali paura, vergogna e colpa dovuti ad una educazione repressiva, conflitti sull’indipendenza della donna, paura degli uomini, paura di perdere il controllo o paura del rifiuto.
Tutti questi elementi innescano reazioni emozionali che impediscono il rilassamento e l’abbandono da cui dipende una buona reazione di eccitazione femminile.
Lo scopo della terapia è, quindi, quello di facilitare l’abbandono della donna alle esperienze sessuali, modificando il sistema in cui è chiamata a funzionare. Il terapeuta cerca di raggiungere questo scopo incoraggiando la ricerca di situazioni inesigenti, rilassate e sensuali che permettano il naturale svolgersi della reazione sessuale durante il rapporto.
La coppia è incoraggiata a comunicare apertamente sentimenti e desideri sessuali di ciascuno: questa comunicazione favorirà la creazione dell’ambiente adatto per l’eccitazione femminile. Inoltre, la prescrizione sistematica di varie esperienze sessuali ed erotiche è altamente efficace per la rimozione di alcuni ostacoli immediati al funzionamento sessuale. Generalmente, durante il trattamento, viene proposta una specifica sequenza di mansioni sessuali: esercizi di focalizzazione sensoriale, esercizi di stimolazione genitale e di coito “inesigente”.
Le principali terapie farmacologiche per il disturbo di eccitazione femminile, talvolta utili in sussidio all’intervento psicologico, sono quelle ormonali a base di estrogeni, che migliorano la lubrificazione e lo spessore delle pareti vaginali, oppure a base di testosterone che dovrebbe aumentare l’eccitabilità.