La psicologia dello sport è un’affascinante disciplina che si occupa di studiare come i fattori psicologici influenzano le prestazioni atletiche e come le pratiche sportive possano influire sul benessere psicologico degli atleti.
Con un mondo sempre più competitivo, dove la differenza tra vittoria e sconfitta può essere minima, comprendere i meccanismi psicologici che supportano le prestazioni è diventato cruciale per allenatori, atleti e professionisti del settore.
Cos’è la psicologia dello sport e quando nasce?
La psicologia dello sport è una branca della psicologia che si occupa di analizzare e comprendere i processi mentali, emotivi e comportamentali che intervengono in ogni fase dell’attività fisica e sportiva.
È una disciplina la cui nascita viene fatta risalire al 1897 quando Norman Triplett, in quello che viene definito il primo esperimento in psicologia dello sport, volle indagare il fenomeno della “facilitazione sociale”. Ovvero l’effetto che la presenza di altre persone poteva avere sulla prestazione.
Nel 1925 venne poi fondato da Coleman Griffith (ritenuto il “padre della psicologia dello sport”) il primo laboratorio nell’University of Illinois. Fino ad arrivare al primo congresso internazionale in psicologia dello sport che risale al 1965 e venne tenuto a Roma grazie al lavoro pionieristico di Ferruccio Antonelli, padre fondatore di questa disciplina nel nostro paese.
È di pochi anni dopo (1967) la creazione della International Society of Sport Psychology (ISSP) tutt’oggi esistente e attiva nel settore.
Al giorno d’oggi e rispetto agli anni ’90 la psicologia dello sport ha fatto notevoli passi avanti nello studio dei comportamenti implicati all’interno della preparazione e successiva performance sportiva.
È diventata e sempre più rappresenta un’area integrata ed integrabile con quelle che abitualmente sono presenti in un contesto sportivo (e.g., tecnica, tattica).
Psicologo dello sport: chi è e di cosa si occupa
Per diventare uno psicologo dello sport nel nostro paese è necessario aver conseguito la laurea magistrale in psicologia, aver ottenuto l’abilitazione all’esercizio della professione ed è successivamente consigliabile aver fatto una formazione specifica nell’ambito della psicologia dello sport oltre che esperienza pratica/di tirocinio nel settore.
Essendo prima di tutto uno psicologo, valgono per questa professione tutte le norme a livello di tutela dei diritti dei clienti nel rispetto del proprio codice deontologico (e.g., privacy, formazione e aggiornamento continuo). Particolarità che differenzia in modo sostanziale rispetto ad altre discipline che talvolta popolano il mondo sportivo.
Lo psicologo dello sport è quindi in sostanza un mental coach?
No! I mental coach, a differenza degli psicologi dello sport, non sono necessariamente psicologi. Non sempre quindi possiedono una laurea o un percorso scientifico e universitario a supporto del proprio lavoro.
Sono figure che possono lavorare in ambito sportivo principalmente a livello motivazionale, ma che non sempre possiedono adeguata formazione per utilizzare strumenti di supporto, sostegno e prevenzione tipici della professione di psicologo.
Inoltre, non essendo psicologi, per i mental coach non esistono le norme a livello deontologico sopra citate.
L’utilizzo del condizionale nelle affermazioni sopra riportate è legato al fatto che talvolta alcuni colleghi psicologi dello sport preferiscono adottare nel promuoversi professionalmente la dicitura “mental coach”.
Questo molto spesso per evitare potenziali pregiudizi che, seppur in modo sempre più residuo, nell’ambito sportivo talvolta purtroppo ancora accompagnano la figura dello psicologo.
Di cosa si occupa quindi uno psicologo dello sport?
Gli ambiti di applicazione del lavoro di uno psicologo dello sport sono molteplici. Cercando di riassumere, potremmo identificare due ambiti principali:
- Miglioramento delle prestazioni: Favorire lo sviluppo delle capacità mentali per raggiungere il proprio massimo potenziale;
- Benessere psicologico: Supportare gli atleti nella propria gestione personale e relazionale per promuovere un proprio senso di benessere e prevenire o intervenire qualora sussistessero difficoltà legate alla pratica sportiva e non solo.
Mentre all’interno del primo ambito rientrano tutte le tecniche di mental training proprie di un professionista di questo settore (e.g., gestione delle emozioni, sviluppo delle abilità attentive), il secondo ambito abbraccia più la persona che esiste ed è sempre presente dietro l’atleta.
Rappresenta quindi un lavoro che è possibile strutturare a più livelli e con qualsiasi sportivo (dal dilettantismo al professionismo; dai settori giovanili agli adulti) dato che modulabile e personalizzabile a seconda delle esigenze dell’atleta.
Come la psicologia influenza le prestazioni
Per chiunque abbia mai fatto sport o ne sia appassionato, è abbastanza noto che le prestazioni sportive non dipendano esclusivamente dalla preparazione fisica.
L’aspetto mentale gioca un ruolo altrettanto significativo. La psicologia dello sport in questo ha cercato negli anni di dare sempre di più il proprio contributo e al giorno d’oggi le aree di intervento sono molteplici.
Tra gli elementi psicologici più rilevanti e oggetto di intervento troviamo sicuramente:
- Motivazione: La motivazione intrinseca (il piacere di praticare lo sport per il semplice amore dell’attività) e quella estrinseca (il desiderio di ottenere premi o riconoscimenti) sono fattori chiave che determinano l’impegno dell’atleta. La psicologia dello sport aiuta gli atleti a riconoscere e utilizzare entrambe le motivazioni per raggiungere i propri obiettivi.
- Gestione delle emozioni: La competizione porta spesso con sé una forte emotività. Tra quelle che maggiormente albergano i contesti sportivi sicuramente troviamo l’ansia (ma non solo). L’utilizzo di tecniche scientificamente fondate (e.g., respirazione diaframmatica, visualizzazione mentale) può aiutare a dare all’atleta degli strumenti per intervenire in un’ottica di auto-regolazione.
- Attenzione e concentrazione: Essere in grado di concentrarsi sul presente, ignorando distrazioni esterne e interne, è essenziale. La psicologia dello sport permette di lavorare per aiutare l’atleta ad allenare la propria capacità attentiva e di focus attraverso veri e propri training attentivi o pratiche (e.g, mindfulness).
- Comunicazione: Essendo persone ed esseri relazionali, anche gli sportivi comunicano e quest’area di intervento diventa spesso fondamentale. Imparare a gestire al meglio la propria comunicazione con gli altri e con sé stessi (self-talk) può fare la differenza ed incidere enormemente sulla prestazione ed il benessere della persona.
- Resilienza, anti-fragilità e gestione dello stress: Gli sportivi devono affrontare momenti di difficoltà che fanno parte della loro carriera, come sconfitte o infortuni. La resilienza mentale, ovvero la capacità di rimanere motivati e concentrati nonostante le difficoltà, è una competenza fondamentale che gli psicologi dello sport aiutano a sviluppare, così come la possibilità di diventare anti-fragili apprendendo e crescendo nelle difficoltà.
Lavorare in team e con il team
Non sono solo gli atleti a beneficiare della presenza di uno psicologo dello sport. Sebbene il lavoro con l’atleta sia quello che abitualmente viene primariamente associato a questa figura, gli ambiti di applicazione si estendono a tutti gli elementi che compongono uno staff.
Lavorando con allenatori, preparatori e le altre figure multi-disciplinari che costellano il contesto sportivo, gli psicologi dello sport possono aiutare nella creazione e mantenimento di un ambiente funzionale al benessere ed alla prestazione.
Inoltre la possibilità di integrare il proprio lavoro con quello dello staff tecnico rappresenta molto spesso un valore aggiunto che può permettere all’atleta di allenare simultaneamente il proprio fisico e la propria mente.
Negli ambiti di applicazione di uno psicologo dello sport non manca inoltre la possibilità di lavorare con la squadra.
Gli interventi di gruppo permettono infatti di andare a toccare tematiche fondamentali che spesso concorrono alla creazione di un ambiente coeso che sappia affrontare in maniera congiunta le proprie potenziali difficoltà.
La creazione di un ambiente positivo e il rafforzamento del legame tra i membri di una squadra sono inoltre molto spesso fondamentali per il successo.
Infortunio e transizioni di carriera
Nel sostegno al benessere dell’atleta la psicologia dello sport può giocare, come abbiamo visto, un ruolo fondamentale.
Questo si manifesta ancor di più in maniera evidente nei momenti in cui la carriera di uno sportivo incontra eventi quali un infortunio o la fine della carriera stessa.
Sostenere ed aiutare l’atleta in questi, non sempre semplici, momenti di transizione può rappresentare un supporto importante dato che, se accuratamente gestiti, possono diventare degli eventi da cui trarre propositivi insegnamenti.
L’aspetto mentale nel recupero da un infortunio è infatti spesso sottovalutato, ma è altrettanto importante quanto quello fisico. In quest’ottica il lavoro integrato con tutto lo staff diventa fondamentale e basilare (Conti, 2021).
Allo stesso modo, anche la fine di una carriera è un particolare momento della vita di uno sportivo. Aiutarlo a sviluppare altri potenziali sbocchi professionali (dual career) può agevolare questi passaggi che altrimenti possono lasciare estremamente spiazzati.
La cassetta degli attrezzi tipica di uno psicologo dello sport
Essendo l’ambiente sportivo molto pratico e concreto, solitamente anche la figura dello psicologo dello sport rappresenta un professionista che ha a propria disposizione strumenti pratici e pronti all’uso.
Naturalmente non sempre questi fungono da “bacchetta magica” risolvendo immediatamente il problema, ma in un processo di crescita e miglioramento possono senz’altro far parte del percorso.
A titolo d’esempio, alcune delle principali tecniche e pratiche psicologiche utilizzate in ambito sportivo includono:
- Respirazione: Imparare ad utilizzare accuratamente la propria respirazione può aiutare sensibilmente nella gestione della propria attivazione.
- Visualizzazione: Immaginare mentalmente una performance o momenti di una gara/allenamento aiuta ad allenare i network cerebrali coinvolti nella prestazione stessa.
- Self-talk: Saper comunicare adeguatamente con sé permette all’atleta di essere motivato nel dare il proprio meglio.
- Goal setting: Stabilire adeguatamente degli obiettivi aiuta gli atleti ad essere realistici e a monitorare i progressi, migliorando così la motivazione e la performance.
- Mindfulness: È ormai scientificamente provato quanto la meditazione aiuti nel coltivare una maggior attenzione al momento presente che può avere indiretti effetti benefici nella gestione dello stress e nel migliorare le capacità attentive.
Psicologia dello sport e benessere psicologico: un binomio fondamentale e necessario
Un altro aspetto vitale della psicologia dello sport, ma forse il più importante, riguarda il benessere psicologico degli atleti.
Spesso, gli atleti sono sottoposti a pressioni intense, sia dai media che dai tifosi, e questo può portare a problemi come ansia, depressione o burnout.
La psicologia dello sport aiuta gli atleti a bilanciare la loro vita sportiva con quella personale, a gestire la pressione e a prevenire la fatica mentale.
La psicologia dello sport non riguarda infatti solo l’allenamento mentale per migliorare le prestazioni, ma anche il supporto globale per gli atleti, che vanno aiutati a raggiungere il loro massimo potenziale, non solo fisicamente, ma anche psicologicamente.
In un mondo in cui la competizione è sempre più intensa, comprendere e applicare le tecniche psicologiche diventa essenziale per chiunque desideri eccellere nello sport.
Integrando questi principi nella pratica quotidiana, gli atleti possono raggiungere un equilibrio tra corpo e mente, migliorando non solo le loro prestazioni, ma anche il loro benessere complessivo.
Allo stesso modo, qualsiasi sportivo può cercare di lavorare per sfruttare al massimo il potenziale che lo sport ha in ottica educativa e di promozione della propria salute (Costanzo, 2024).
L’importanza di un approccio psicologico completo allo sport è, quindi, indiscutibile: allenare la mente è tanto fondamentale quanto allenare il corpo.
Bibliografia essenziale
- Antonelli, F. (1970). Psicologia dello sport. Armando Editore.
- Conti, C. (2021). Cosa c’entra la psicologia con l’infortunio sportivo?. Ritorno allo sport. https://www.ritornoallosport.it/2021/05/10/cosa-centra-la-psicologia-con-linfortunio-sportivo/
- Costanzo, G. (2024). L’attività fisica come alleata per la salute mentale ed il benessere. IPSICO blog.
- Gould, D., & Udry, E. (1994). Psychological skills for enhancing performance: A review and critique. Applied & Preventive Psychology, 3(1), 1–28.
- Griffith, C. (1928). The psychology of coaching. Macmillan
- Smith, R. E. (1989). Psychological skills training: A review of the literature and implications for coaches. Journal of Sport Psychology, 11(1), 1–12.
- Triplett, N. (1897). The dynamogenic factors in pacemaking and competition. American Journal of Psychology, 9(4), 507–533. https://doi.org/10.2307/1413055
- Vealey, R. S. (2007). Mental skills training in sport. In T. S. Horn (Ed.), Advances in sport psychology (3rd ed., pp. 287–308). Human Kinetics.
- Weinberg, R. S., & Gould, D. (2019). Foundations of sport and exercise psychology (7th ed.). Human Kinetics.