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Sentirsi grassi: cosa significa esattamente

la sensazione di sentirsi grasssi

“Mi sento grassa!” è un’espressione molto frequente soprattutto tra le persone di sesso femminile, ma sentirsi grassi cosa significa realmente?

Per quanto sia un’esperienza riportata da molti, le ricerche su questo argomento sono pochissime.

L’intensità e la frequenza di “sentirsi grassi” pare essere molto maggiore nelle persone con Disturbi dell’Alimentazione.

Come ben sappiamo il nostro aspetto fisico, non corrisponde all’immagine che abbiamo del nostro corpo. Il concetto di immagine corporea per essere definito in modo completo, necessita della dimensione cognitiva e affettiva.

La rappresentazione che abbiamo del nostro corpo, infatti, non coincide con il nostro aspetto esteriore, ma è mediata anche dall’aspetto emotivo.

Sulla base di questo, si ipotizza che anche la sensazione di essere grassi, possa essere un’esperienza provocata da:

  • certi stati emotivi negativi come la tristezza, la depressione, la noia.
  • sensazioni fisiche che aumentano la consapevolezza corporea (ad esempio, sentirsi accaldata, sudata, sentire le proprie cosce che sfregano tra loro mentre si cammina…)
  • check del corpo (guardarsi ripetutamente allo specchio, pesarsi innumerevoli volte…) e confronto con altri.

Il confronto con gli altri

Il confronto con gli altri è un importante fattore coinvolto nel generale senso di insoddisfazione corporea. Questo in alcuni casi può raggiungere livelli così alti da portare le persone ad essere eccessivamente preoccupati per la forma del proprio corpo e del peso e sviluppare così un disturbo quale anoressia o bulimia.

Festinger (1954), nella sua teoria del confronto sociale, ha individuato due tipi di confronto sociale:

  1. Downward, che in genere favorisce il buon umore e sentimenti di valore in quanto il paragone viene operato con persone percepite meno fortunate di noi;
  2. Upward, che al contrario del primo, prevedendo un confronto con persone considerate migliori di noi, ci mette di cattivo umore e minaccia la nostra autovalutazione.

Possiamo facilmente intuire come il confronto sociale sull’aspetto fisico sia il meccanismo attraverso cui i mass media e i vari social influenzano l’immagine corporea. il confronto tipo upward induce a elaborare un’idea negativa sul proprio aspetto fisico. Ne consegue una rappresentazione corporea caratterizzata da una generale insoddisfazione.

Da alcune ricerche risulta che individui meno sicuri di sé tendono a protendere verso il confronto con gli altri. Ne consegue l’incremento dell’insoddisfazione corporea e nello specifico, della sensazione di essere grassa.

Come si può trattare il “sentirsi grassi”?

Come abbiamo già detto, la sensazione di essere grassa, nonostante sia un’esperienza molto comune, risulta essere maggiormente frequente nei Disturbi dell’Alimentazione.

All’interno del protocollo CBT-E (Fairburn, 2008), un trattamento cognitivo comportamentale potenziato per i Disturbi dell’Alimentazione, affrontare il sentirsi grassi viene inserito all’interno della Fase 3 nel modulo dell’immagine corporea.

Si insegna alle pazienti che la “sensazione di essere grassi” è diversa dall’“essere grassi”. Essa ha un andamento fluttuante da un giorno all’altro, ma anche all’interno dello stesso giorno, e che spesso può mascherare altri tipi di emozioni.

Ricerche sulla sensazione di essere grassi

Calugi e Dalle Grave (2019) hanno recentemente condotto una ricerca su 62 pazienti con diagnosi di anoressia nervosa ricoverati presso la Casa di Cura Villa Garda, con età compresa tra i 13 e i 18 anni. Hanno cercato di studiare come “Preoccupazione per il peso e la forma del corpo”, “Paura di ingrassare” e “Sentirsi grassa” possano predire gli esiti della terapia cognitivo comportamentale.

Dai risultati emerge che punteggi più elevati a “Paura di ingrassare” e “Sentirsi grassa” hanno predetto un miglioramento più lento nel tempo del centile di IMC (indice di massa corporea). Questo sta ad indicare come anche la componente del “sentirsi grassa” sia una variabile clinicamente rilevante. Essa meriterebbe un approfondimento clinico e un maggior interesse a livello scientifico.

In linea a questi risultati, un’altra recente ricerca (Linardon, 2018) sostiene che la sensazione di essere grassi sia una componente distinta e importante dalle preoccupazioni relative all’immagine corporea tipiche dei disturbi dell’alimentazione. Per questo, l’autore sostiene la necessità di ulteriori studi per sviluppare un test in grado di misurare, in modo standardizzato, la sensazione di essere grassi. In questo modo ulteriori ricerche, potranno verificare se e in che modo il sentirsi grassi rappresenti un importante meccanismo nei disturbi dell’alimentazione.

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Contrassegnato con: anoressia, bulimia, disturbi alimentari

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Autore dell’articolo

Dott.ssa Elena Lazzeri

Psicologa e psicoterapeuta cognitivo comportamentale. Ha conseguito il master in terapia e prevenzione dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità ed è socio ordinario dell’Associazione Italiana Disturbi dell’alimentazione e del peso (AIDAP). Opera come psicoterapeuta presso l’Istituto Ipsico e presso i suoi studi professionali di Poggibonsi e Colle di Val d’Elsa, occupandosi principalmente di disturbi dell’alimentazione e disturbi del sonno. Profilo linkedin

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