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Gli interventi sulla vergogna con la Schema Therapy

Lavorare sulla vergogna in psicoterapia

Le emozioni umane sono fenomeni complessi che includono differenti dimensioni della nostra esperienza. Ad esempio: elementi cognitivi, sensazioni fisiche, tendenze all’azione, ricerca della soddisfazione di uno specifico obiettivo, modalità di espressione interpersonale.

La vergogna

La vergogna è un’emozione spiacevole, sociale e complessa. La sua funzione è segnalare che si sta facendo una brutta figura e quindi che lo scopo di dare una buona immagine di sé è compromesso e che si potrebbe essere esclusi dal gruppo di riferimento.

L’esperienza di vergogna è associata generalmente alla sensazione di esposizione allo sguardo altrui, con timore del giudizio ed incremento della sensibilità al rifiuto sociale e all’esclusione.

Elementi cognitivi

In riferimento agli elementi cognitivi tipici associati alla vergogna possiamo trovare:

  • aspettative di giudizio negativo da parte degli altri,
  • credenze negative su di sé (ad esempio: sono incapace; sono inadeguato; sono goffo; sono ridicolo; non sono all’altezza; sono manchevole; sono debole; sono inferiore; sono meritevole di esclusione),
  • credenze negative sugli altri (ad esempio: mi giudicheranno; mi derideranno; mi escluderanno).

Sensazioni fisiche

Tra le sensazioni fisiche ad essa associate troviamo tipicamente il rossore, la tachicardia, la sudorazione, il tremore e sensazioni generali di calore o di freddo.

Comportamenti associati

Tra le tendenze all’azione generalmente si riscontrano comportamenti orientati all’inibizione, al rimpicciolirsi, al nascondersi, allo sprofondare, o alla fuga. Fino al vero e proprio blocco, con lo scopo di essere meno visibili ed esposti.

Pertanto, tra le modalità di espressione interpersonale tipiche, possono essere presenti segnali come:

  • tenere il capo abbassato,
  • evitamento del contatto oculare,
  • distogliere lo sguardo,
  • postura dimessa con spalle incurvate.

Vergogna e psicopatologia

Come ogni emozione, la vergogna non può essere considerata una manifestazione problematica o patologica in sé.

Per via di differenti processi, tuttavia, l’esperienza di vergogna, le modalità di gestione della vergogna e la suscettibilità a sperimentarla, risultano avere un ruolo rilevante in diverse manifestazioni patologiche.

Ad esempio, nel Disturbo Evitante di Personalità e nell’Ansia Sociale in cui, oltre all’esperienza di vergogna, risulta importante il processo di metavergogna. Ovvero, la vergogna della vergogna, per la quale la persona si aspetta di essere giudicata negativamente o rifiutata ed esclusa dagli altri per il fatto di manifestare i segnali della vergogna stessa.

Anche nella Depressione e nei Disturbi Alimentari l’esperienza di vergogna sembra essere rilevante sia per l’esordio che per il mantenimento della sintomatologia.

In particolare, nei Disturbi Alimentari la vergogna per il proprio corpo e per il comportamento alimentare può avere un ruolo come fattore di esordio e mantenimento dei sintomi, oltre a risultare fattore scatenante per le abbuffate, quando presenti.

Altresì, il ruolo della vergogna sembra essere un’esperienza significativa e degna di attenzione clinica in differenti Disturbi di Personalità. Ad esempio, oltre al già citato Disturbo Evitante di Personalità, nel Disturbo Borderline di Personalità e nel Disturbo Narcisistico di Personalità.

La Schema Therapy

La Schema Therapy (ST) è una terapia integrativa, che si colloca nell’ambito della terza generazione delle terapie cognitivo-comportamentali.

Essa unisce alle strategie cognitive e comportamentali della terapia cognitivo-comportamentale standard contributi di altre teorie. Come la teoria dell’attaccamento, la Gestalt e l’analisi transazionale.

La Schema Therapy si basa sul concetto che ciascun essere umano nasce con specifici bisogni emotivi fondamentali che, qualora non siano adeguatamente soddisfatti nelle relazioni precoci con le figure di riferimento, determinano la formazione degli Schemi Maladattivi Precoci (SMP).

Gli Schemi Maladattivi Precoci sono strutture cognitive ed emotive disfunzionali profonde, che la persona utilizza per la comprensione di Sé, degli altri e delle relazioni. Essi includono emozioni, pensieri, ricordi, sensazioni somatiche e implicano l’attivazione di specifici circuiti neurobiologici.

Per quanto siano disfunzionali, gli Schemi Maladattivi Precoci, si mantengono nel tempo, originando spesso sofferenza per la persona, problematiche relazionali, difficoltà in varie aree del funzionamento.

Gli Schemi Maladattivi Precoci, possono quindi giocare un ruolo cruciale nell’origine, nel mantenimento e nell’aggravamento di disturbi complessi (resistenti, ad esempio, al trattamento con la terapia cognitivo-comportamentale standard) o disturbi di personalità.

La vergogna nella Schema Therapy

Uno degli Schemi Maladattivi Precoci considerati in Schema Therapy è quello di Inadeguatezza-Vergogna. Se questo Schema Maladattivo Precoce è presente, una volta attivo, tipicamente implica la sensazione di sentirsi inadeguati, diversi, sbagliati, difettosi, inferiori, immeritevoli, con assunzioni relative al non piacere agli altri ed essere per questo passibili di allontanamento, rifiuto ed esclusione.

L’esperienza di vergogna è spesso associata ai difetti che le persone con questo Schema Maladattivo Precoce hanno la convinzione di avere.

Come illustrato da Tenore (2023), in ottica di Schema Therapy, a seconda del tipo di esperienze che la persona ha vissuto nella sua storia di sviluppo, i bisogni frustrati all’origine dello Schema Maladattivo Precoce di Inadeguatezza-Vergogna possono essere differenti ed appartenere a diversi domini.

Ad esempio, potrebbero riguardare l’attaccamento sicuro, la sicurezza, la protezione, l’autonomia, il senso di competenza e di identità, l’accettazione incondizionata, l’appartenenza. L’assunto di base è che se è presente lo Schema Maladattivo Precoce di Inadeguatezza-Vergogna, la persona avrà una suscettibilità all’emozione di vergogna stessa.

Oltre agli Schema Maladattivi Precoci, occorre altresì prendere in considerazione le modalità espressive e comportamentali con cui la persona gestisce l’attivazione dello Schema Maladattivo Precoce stesso. Ovvero quale stile di coping utilizza.

Per tali meccanismi, pur avendo alla base lo schema di Inadeguatezza – Vergogna, le persone potranno esprimerlo in maniera molto differente in base alla specifica modalità di coping adottata. Così, a partire dallo stesso Schema Maladattivo Precoce, una persona potrebbe apparire nascosta, inibita, compiacente, perfezionista, critica, attaccante, svalutante, ecc.

Il lavoro con la vergogna in Schema Therapy

Come illustrato da Tenore (2023), in un interessante intervento legato al lavoro con la Vergogna in Schema Therapy, il trattamento dell’eccessiva suscettibilità alla vergogna, si basa sulla possibilità di creare connessioni tra quello che accade oggi di problematico nella vita del paziente e quello che è accaduto nella sua storia di sviluppo.

Lo scopo degli interventi è infatti quello di identificare e comprendere le origini della suscettibilità, con lo scopo di “ripararle”. In particolare, diventa cruciale identificare i bisogni frustrati negli episodi prototipici che hanno condotto alla formazione dello Schema Maladattivo Precoce, con lo scopo di imparare a rispondervi in maniera adeguata.

L’obiettivo è trovare il canale per fornire al paziente delle esperienze emozionali correttive. Tali esperienze vengono fornite attraverso il Limited Reparenting, effettuato attraverso la tecnica esperenziale dell’Imagery Rescripting.

L’Imagery Rescripting per lavorare sulla vergogna può seguire processi differenti

Come illustrato da Tenore (2023), tipicamente è utile identificare una situazione problematica attuale in cui si è sperimentato vergogna.

A seguire, in immaginazione, vengono focalizzate e amplificate le sensazioni fisiche sperimentate, con lo scopo di creare un collegamento con specifici ricordi passati, di cui verranno poi esplorati i pensieri, le sensazioni fisiche, le emozioni e le tendenze all’azione associati.

Attraverso questo ponte tra presente e passato sarà possibile identificare gli specifici bisogni frustrati, che si suppongono essere alla base dello Schema Maladattivo Precoce in oggetto e quindi dell’eccessiva suscettibilità alla vergogna.

Successivamente, attraverso il Rescripting, il terapeuta (o il paziente stesso a seconda dei casi) procederà col lavoro immaginativo adottando mosse idonee a raggiungere la soddisfazione dello specifico bisogno (o dei bisogni!) insoddisfatti emersi.

La tecnica si interrompe dopo che i bisogni frustrati saranno adeguatamente soddisfatti. Ovviamente, lo scopo dell’Imagery Rescripting non è modificare la storia del paziente, ma il significato di questa e l’impatto che ha sulla vita attuale del paziente e sul suo funzionamento.

Gli effetti dell’Imagery Rescripting

A seconda dei casi, le sensazioni positive di competenza, adeguatezza, padronanza, tranquillità, calma o soddisfazione che, auspicabilmente, sono raggiunte al termine dell’Imagery Rescripting, potranno essere ulteriormente utilizzate per lavorare sulla situazione problematica attuale, potenziando le risorse del paziente.

Come evidenziato dalla stessa Tenore (2023), tra gli effetti dell’Imagery Rescripting si rileva l’incremento dell’accettazione di Sé e viene promossa la compassione per il Sé.

Inoltre lo scopo dell’Imagery Rescripting è quello di ottenere sia una riattribuzione cognitiva sia un’elaborazione emozionale che consentano di rendere lo Schema Maladattivo Precoce man mano più flessibile. Di distanziarsi da certe rappresentazioni attribuendole all’esterno (ad esempio da “Sono difettosa”, a “Mi sono sentita difettosa a causa di quello che è accaduto”). In modo da aumentare la probabilità di ricercare e mettere in atto esperienze protettive anche nel presente (anziché continuare a utilizzare modalità disfunzionali).

Vista l’importanza assunta dall’esperienza di vergogna come fattore di esordio, mantenimento e aggravamento di differenti manifestazioni patologiche, tale trattamento potrebbe rivelarsi utile nella terapia di diverse manifestazioni, soprattutto qualora la risposta ai trattamenti standard non risulti adeguata.

Bibliografia

  • Procacci, M., Popolo, R. & Marsigli, N. (2011). Ansia e ritiro sociale. Milano: Raffaello Cortina Editore.
  • Tenore, K. (2023). La Schema Therapy per lavorare su Vergogna, Invidia e Rabbia [Webinar]. Italian Academy of Schema Therapy (IAST).
  • Young, J. E., Klosko, J. S., & Weishaar, M. E. (2003). Schema Therapy: A practitioner’s guide. New York: Guilford Press. (Trad. It. Schema Therapy. La terapia cognitivo-comportamentale integrata per i disturbi della personalità. Erickson, 2018).

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Contrassegnato con: ansia sociale, emozioni

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Autore dell’articolo

Dott.ssa Irene Castellani

Psicologa psicoterapeuta cognitivo comportamentale. Si è occupata di psicologia della salute collaborando con l’Associazione Noi per Voi di Firenze per progetti inerenti il sostegno psicologico di pazienti pediatrici affetti da patologie oncoematologiche e delle loro famiglie. Opera come psicoterapeuta presso l’Istituto IPSICO di Firenze. Si occupa primariamente di disturbi d’ansia, depressione, disturbi di personalità, difficoltà relazionali, sostegno psicologico nella malattia organica, elaborazione del lutto. Profilo linkedin

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