Le ossessioni, per definizione, sono pensieri, immagini o impulsi che si presentano alla mente contro la propria volontà, ripetutamente e generando profondo disagio soggettivo.
Una definizione del genere, tuttavia, può risultare troppo generica e creare confusione, portando ad etichettare come ossessioni anche altri fenomeni mentali.
Differenza tra ossessioni e ruminazione
Occorre innanzitutto distinguere l’ossessione dalla ruminazione (o rimuginazione), perché mentre la prima riguarda qualcosa che può accadere nel presente o nel futuro, la seconda riguarda ciò che è già accaduto.
Chi rumina tende a “rimasticare” mentalmente episodi del passato, a rianalizzarli, a chiedersi perché le cose sono andate in un certo modo e come avrebbe potuto farle andare diversamente, a porsi domande rispetto all’adeguatezza di ciò che ha fatto, e cosi via.
La ruminazione inoltre è un processo parzialmente volontario, mentre l’ossessione è un fenomeno del tutto involontario, intrusivo e percepito come qualcosa fuori dal proprio controllo.
Differenza tra ossessioni e rimuginio
Esiste poi il cosiddetto rimuginio (in inglese worry), ovvero la tendenza a preoccuparsi cronicamente, ad anticipare mentalmente tutte i possibili scenari negativi e a riflettere su come eventualmente poterli affrontare.
Anche il rimuginio, tipico ad esempio del disturbo d’ansia generalizzato, è un fenomeno che va tenuto distinto dalle ossessioni.
Classificazione delle ossessioni
Le tipiche ossessioni, che solitamente sono sintomi del disturbo ossessivo compulsivo, sono:
- Ossessioni di contaminazione (pensieri o immagini relativi al dubbio di poter essere entrato in contatto, anche indiretto, con sostanze ritenute pericolose o disgustose) che solitamente innescano compulsioni di lavaggio.
- Ossessioni superstiziose (pensieri o immagini relative a eventi negativi che possono accadere a se o ad altri in futuro qualora non si seguano certe regole di comportamento o non si intervenga neutralizzandone l’effetto negativo) che solitamente innescano compulsioni a valenza magica, quali la ripetizione di gesti, al preghiera, ecc.
- Ossessioni di danno (pensieri o immagini relative a potenziali danni a sé o ad altri, di tipo materiale, economico o emotivo, dovuti a proprie disattenzioni, leggerezze o mancanze), che solitamente innescano compulsioni di controllo
- Ossessioni aggressive (pensieri, immagini o impulsi di far del male a persone care, come familiari, bambini, animali, ecc.)
- Ossessioni autolesive (pensieri, immagini o impulsi di far del male a se stessi pur non desiderandolo, come uscire di strada con l’auto, gettarsi dalla finestra, accoltellarsi, ecc.)
- Ossessioni di omosessualità (pensieri, immagini, fantasie o impulsi a contenuto omoerotico, che attivano nel soggetto eterosessuale il dubbio di poter essere un omosessuale latente)
- Ossessioni sulla propria relazione o di tradimento (dubbi sull’adeguatezza o meno del proprio partner e sul sentimento nei confronti di quest’ultimo; pensieri, immagini, fantasie o impulsi erotizzati rivolti nei confronti di persone diverse dal proprio partner, che innescano nel soggetto il dubbio ossessivo di non essere innamorato di quest’ultimo)
- Ossessioni sessuali e di pedofilia (pensieri, immagini, fantasie o impulsi erotizzati rivolti nei confronti di “oggetti” sessuali sconvenienti, come bambini, animali, ecc.)
- Ossessioni blasfeme (pensieri o immagini a contenuto blasfemo, come bestemmie, insulti ai defunti, fantasie sessualizzate verso immagini sacre, ecc.)
Difficilmente nel disturbo ossessivo compulsivo (DOC) si riscontrano ossessioni che non appartengano ad una di queste categorie. Qualora questo accada, è probabile che il fenomeno con cui si ha a che fare non sia una vera e propria ossessione.
Fenomeni non ossessivi che si confondono
Sono, ad esempio, molto comuni i dubbi riguardo al fatto che altri possano avere cattive intenzioni nei nostri confronti, che fanno parte del meccanismo paranoico e non ossessivo.
Volgarmente, inoltre, si tende a chiamare ossessione un qualunque tema di pensiero ricorrente, che impegni la nostra mente per lungo tempo e contro la nostra volontà.
Tale definizione, tuttavia, non corrisponde a quella corretta da un punto di vista scientifico, poiché in qualunque forma di psicopatologia (che non sia il DOC) vi sono temi ricorrenti di pensiero.
Un ipocondriaco è ossessionato dal dubbio di poter avere una malattia. Un social fobico è “ossessionato” dal pensiero che gli altri possano pensare male di lui e giudicarlo negativamente. Una persona con dipendenza affettiva o un vero e proprio disturbo di personalità può essere “ossessionato” dal timore che il partner la tradisca o l’abbandoni, e cosi via.
Talvolta, infine, si usa a sproposito il termine ossessione per definire una “fissazione“, ovvero un qualcosa a cui la persona pensa spesso, ma volentieri.
Ad esempio, tutti gli hobby o interessi portati all’estremo (strumenti musicali, sport, modellismo, ecc.), o anche una persona, che può occupare gran parte del proprio spazio mentale, nel caso in cui si sia innamorati di questa.
In tutti questi casi, tuttavia, non abbiamo a che fare con fenomeni ossessivi nel vero senso della parola, perché per definizione l’ossessione deve essere intrusiva e sopratutto sgradita al soggetto che la sperimenta.
Cura delle ossessioni patologiche
La psicoterapia cognitivo-comportamentale costituisce il trattamento psicoterapeutico di elezione per la cura delle ossessioni.
Essa, come dice il nome, è costituita da due tipi di psicoterapia che si integrano a vicenda: la psicoterapia comportamentale e la psicoterapia cognitiva.
Le tecniche comportamentali utilizzate sono l’esposizione e prevenzione della risposta mentre tra le tecniche cognitive la ristrutturazione cognitiva permette di agire sull’eccessivo senso di responsabilità, sull’eccessiva importanza attribuita ai pensieri e sulla sovrastima della possibilità di controllare questi ultimi.