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Paura dei cani: sintomi, cause e cura della cinofobia

superare le paure dei cani

La cinofobia [dal greco “chiùon” (cane) e “phobos” (paura)], è la paura dei cani. Il soggetto è colto da una reazione di forte ansia, eccessiva ed irrazionale, quando si trova in prossimità dell’animale. Talvolta anche di fronte ad una foto o al solo pensiero. E’ una fobia molto diffusa; il timore più frequente riguarda la possibilità di essere morsi o attaccati.

Nel Manuale Statistico Diagnostico dei disturbi mentali (DSM-5, APA-2013) viene classificata all’interno dei disturbi d’ansia e, più precisamente, tra le fobie specifiche.

Caratteristiche della paura dei cani

La fobia è una paura estrema, irrazionale e sproporzionata per qualcosa che non rappresenta una reale minaccia. Chi ne soffre è sopraffatto dal terrore all’idea di compiere un’azione che lascia indifferente la maggior parte delle persone.

I soggetti si rendono perfettamente conto dell’irrazionalità della propria paura ma non possono controllarla.

Le persone che non soffrono di disturbi fobici, come la cinofobia, trovano le fobie molto difficili da capire. Quanto più l’oggetto fobico è comune e familiare, ad esempio il cane, tanto più il fobico incontra incomprensione e assenza di solidarietà nelle persone che lo circondano. La gente comune non riesce a capire come si possa aver terrore di un cagnolino morbido e giocherellone o di un cucciolo affettuoso. Spesso le persone pensano che chi manifesta paura dei cani esageri o finga, che dovrebbe farsi coraggio.

E’ difficile capire il panico e le problematiche causate dalle fobie. Spesso l’atteggiamento è: “non essere stupido, è un cane buonissimo..”. La mancata comprensione da parte degli altri spesso porta la persona fobica a vergognarsi e sentirsi ridicola. Soffrendo in silenzio, cercherà di nascondere il suo panico il più a lungo possibile, adducendo anche scuse di ogni tipo pur di non confessare il motivo vero del malessere.

Possibili cause delle paure per i cani

Le cause della cinofobia non sono sempre facilmente individuabili. Spesso questo disturbo può manifestarsi in persone che sono state vittima di un attacco diretto o che, semplicemente, hanno assistito come spettatori ad un evento del genere.

Più tecnicamente la fobia è la risultante di un apprendimento e questo può avvenire con tre modalità:

  • per condizionamento classico, ossia un’esperienza traumatica (o percepita come tale) direttamente vissuta dal soggetto;
  • tramite condizionamento vicario, o apprendimento osservativo, che consiste nell’essere stati testimoni di un attacco ad un’altra persona o di aver osservato reazioni fobiche negli altri significativi (es. genitori);
  • per trasmissione sociale: ossia l’aver ricevuto informazioni o istruzioni relative alla pericolosità dei cani, anche attraverso film.

Come per tutte le fobie, anche nella paura dei cani, il meccanismo di mantenimento è legato al condizionamento operante. Cioè ,la diminuzione della paura derivante dall’evitamento della situazione.

In realtà, evitando ciò che fa paura (il cane) l’ansia sarà ridotta solo nel breve termine. Nel lungo termine il disturbo verrà mantenuto ed addirittura rafforzato, come in un circolo vizioso.

Si sta male e si desidera una cosa sola: fuggire! La tendenza ad evitare tutte le situazioni o condizioni che possono essere associate alla paura, sebbene riduca sul momento gli effetti della fobia, in realtà costituisce una trappola. Ogni evitamento, infatti, conferma la pericolosità della situazione evitata e prepara l’evitamento successivo e il disagio diviene così sempre più limitante.

Sintomi della cinofobia

Il soggetto con paura dei cani prova, in presenza di uno o più cani, le seguenti sensazioni fisiche:

  • malessere generale
  • tachicardia
  • difficoltà di respirazione e sensazione di soffocamento
  • sudorazione
  • tremori
  • nausea
  • vertigini

Dal punto di vista psicologico sperimenta:

  • ansia
  • sensazione di impotenza e perdita di controllo
  • paura di morire
  • a volte un vero e proprio attacco di panico

I sintomi di solito cessano quando la persona non è in contatto con l’animale.

A chi rivolgersi per affrontare la cinofobia

Quando la fobia dei cani provoca un evidente disagio nel soggetto ed influisce nella sua qualità di vita, è indispensabile rivolgersi ad uno specialista del settore. Uno psicologo-psicoterapeuta potrà aiutarlo a comprendere, gestire ed affrontare il disturbo. L’approccio terapeutico che ha maggiori evidenze scientifiche di risultato è quello di tipo cognitivo-comportamentale.

La cura della paura dei cani

La cura della cinofobia è relativamente semplice e di breve durata, se ci si affida a figure competenti ed esperte in materia.

È raccomandabile seguire una terapia ad indirizzo cognitivo-comportamentale, che è ritenuta la più efficace nella letteratura scientifica, come per tutte le fobie.

Dal punto di vista cognitivo si lavora sui pensieri irrazionali attraverso tecniche di ristrutturazione cognitiva. Per l’aspetto comportamentale invece, si interviene sui sintomi e sulle modalità di fronteggiamento con l’obiettivo di ottenere un cambiamento positivo, fino alla soluzione del disagio.

Dopo un periodo di valutazione del caso, si utilizzeranno specifiche tecniche di esposizione (in immaginazione o in vivo) o di desensibilizzazione sistematica alle situazioni temute. In questo modo la persona riesce ad avvicinarsi gradualmente agli stimoli che prima innescavano in lui la paura e, con l’abitudine, essi cessano di generare ansia.

Per rendere più efficace il trattamento della cinofobia, si possono insegnare anche varie tecniche di rilassamento o di meditazione mindfulness. A volte, può esser utile anche l’abbinamento di una terapia con psicofarmaci, impostata e controllata da un medico-psichiatra.

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Contrassegnato con: ansia, disturbi d'ansia, fobie

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Autore dell’articolo

Dott. Federico Betti

Psicologo e psicoterapeuta cognitivo comportamentale, perfezionato in Problemi e Patologie Alcol-Correlate presso Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi, terapeuta EMDR. Svolge attività clinica libero-professionale presso l’Istituto IPSICO di Firenze. Socio CBT-Italia e dell’Associazione per l’EMDR in Italia. Membro del comitato scientifico dell’ Associazione Plesso-Lesi Italiana (APLI). Attualmente si occupa di problematiche legate ai disturbi di panico e d’ansia, alle dipendenze ed al trauma.

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