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La sindrome di Takotsubo: il cuore spezzato dalle emozioni

emozioni e sindrome di takotsubo

È ormai noto come mente e corpo siano legati strettamente tra di loro e come lo stato di equilibrio di uno influenzi il benessere dell’altro.

Da sempre abbiamo sentito parlare di crepacuore, interpretando tale espressione più come un’iperbole piuttosto che la realtà dei fatti. Negli ultimi trent’anni gli studiosi hanno scoperto che non è proprio così.

La sindrome di Takotsubo è anche conosciuta come sindrome del cuore spezzato o cardiomiopatia da stress, può essere causata da situazioni stressanti e da forti emozioni.

Sintomi della sindrome di Takotsubo

I sintomi principali simulano quelli di un infarto e includono dolore al torace e respiro corto. L’innesco può sopraggiungere a seguito di eventi negativi o situazioni di ansia e preoccupazione. Ad esempio, delusioni amorose, lutti, divorzi, licenziamenti. Oppure eventi traumatici esterni, come aggressioni, incidenti o catastrofi ambientali.

È stata descritta per la prima volta in Giappone nel 1990. La sindrome colpisce una parte del cuore, interrompendo temporaneamente la sua normale capacità di pompare sangue.

L’elemento particolare è la forma assunta dal ventricolo sinistro del cuore. Esso, infatti, cambia conformazione rispetto allo stato fisiologico: l’estremità finale si arrotonda, mentre la punta si assottiglia, assumendo la forma della trappola da polpi giapponese da cui la sindrome prende il nome, Takotsubo appunto.

Prognosi della sindrome

Le complicazioni che provoca sono curabili e, se si interviene in tempi rapidi e con le giuste terapie, la condizione di solito guarisce senza conseguenze di lunga durata.

In un primo momento si è pensato che la sindrome da cuore infranto fosse assolutamente benigna, ma i dati emersi nel corso degli anni hanno dimostrato che non è proprio così. Tuttavia solo in rari casi è stata accertata come causa di morte.

La prognosi è solitamente buona, con una guarigione nel 96% dei casi. La funzione ventricolare comincia a recuperare le proprie capacità in un paio di giorni, con un ritorno alla normalità nel giro di 3-4 settimane (ISS). Sembra inoltre non esserci tendenza alla recidiva.

Incidenza e fattori di rischio per la sindrome di Takotsubo

Sia l’età che il sesso sono criteri importanti da considerare: più del 90% delle persone colpite da TTS (Tako Tsubo Syndrome) infatti sono donne dai 58 ai 75 anni di età (il rischio è più elevato dopo la menopausa).

Circa il 2-5% delle persone con disturbi riconducibili all’infarto sono in realtà colpite da questa sindrome (ISS).

Tra i fattori di rischio si riscontrano situazioni di allarme cronico o sostenuto che precedono avvenimenti catastrofici e traumi. In Giappone, ad esempio, hanno osservato che l’incidenza è particolarmente elevata dopo i terremoti.

Anche i lunghi e ripetuti lockdown dovuti al Covid-19, nonché la percezione di pericolo e non controllo, hanno fatto emergere un aumento dell’incidenza della sindrome da cuore infranto. Confrontando i pazienti ricoverati in ospedale da febbraio a maggio 2020 con quelli del corrispondente periodo del 2019 si è osservato un aumento significativo del numero di diagnosi di TTS nel 2020 (quasi il triplo), soprattutto durante il primo periodo di lockdown.

All’esame psicologico tutti i pazienti esaminati riferiscono di aver vissuto un’esperienza particolarmente stressante nell’ultimo anno, senza presentare i sintomi di un disturbo da stress post-traumatico (Barbieri et al., 2021).

La predisposizione psicologica

Appare sempre più evidente, che anche la condizione mentale della persona può influire sulla probabilità di manifestare la sindrome, in seguito a un forte evento stressante.

Vari studi hanno osservato che i pazienti con psicopatologia preesistente presentavano più spesso l’insorgere della sindrome a seguito di stress fisici rispetto ai pazienti senza disturbi.

L’evidenza attuale sembra suggerire che i pazienti con malattie psichiatriche preesistenti sono a maggior rischio di sindrome di Takotsubo. Tuttavia, la diagnosi dovrebbe essere presa in considerazione, quando appropriata, anche in assenza di un evidente disagio emotivo (Nayeri et al., 2017).

Sperimentare disturbi d’ansia e disturbi dello spettro dell’umore, sembra dunque rappresentare un fattore di rischio per la TTS.

Personalità e rischio

Ulteriori ricerche (Müller, Sperling & Kornhuber, 2017), riguardo valutazioni della personalità, hanno riscontrato che il 46% dei pazienti con sindrome di Takotsubo osservati ha mostrato una maggior incidenza di tratti tipici della personalità del cluster C.

Questi, si caratterizzano per condotte di comportamento ansiose o inibite come ansia, tratti di dipendenza e tratti ossessivo-compulsivi.

I ricercatori hanno notato inoltre che variabili come episodi di depressione maggiore e strategie di gestione dello stress risultavano omogenee ed equamente distribuite all’interno del campione. Pertanto hanno concluso che tali tratti di personalità possano essere considerati come importanti segnali di vulnerabilità al TTS.

Questi risultati potrebbero sottolineare l’importanza della gestione clinica della TTS e del suo trattamento post-acuto attraverso interventi psicoterapeutici precoci.

Cause della sindrome di Takotsubo

Anche se non è ancora chiara la causa effettiva di questa condizione, si ritiene che un ruolo importante possa essere rivestito dalla scarica di ormoni dello stress rilasciata in seguito all’attivazione del sistema simpatico del sistema nervoso autonomo, causata da un evento fisico o emozionale particolarmente intenso.

Quest’ultimo dunque innescherebbe un elevato rilascio di cortisolo e catecolamine (come adrenalina e noradrenalina). L’eccessivo livello di catecolamine sembrerebbe portare a un aumento nella concentrazione di calcio a livello intracellulare. Questo potrebbe comportare un malfunzionamento del muscolo cardiaco.

Inoltre, le catecolamine hanno un effetto vasocostrittore: anche il corretto funzionamento delle coronarie e del microcircolo verrebbero così compromessi (ISS).

Possibili eventi scatenanti

  • La morte di una persona cara;
  • La diagnosi di una malattia molto grave;
  • La violenza domestica;
  • Accese discussioni;
  • La perdita o la vincita di grosse somme di denaro;
  • Le feste a sorpresa;
  • Parlare in pubblico;
  • La perdita del lavoro o problemi finanziari;
  • La separazione o il divorzio;
  • Stress fisici come attacchi d’asma, fratture ossee o importanti interventi chirurgici

Farmaci a rischio

È anche possibile che alcuni farmaci, seppure raramente, causino la sindrome innescando una scarica di ormoni dello stress (tale circostanza rappresenta, peraltro, una sorta di conferma del ruolo causale svolto dalle catecolamine nell’insorgenza della sindrome del cuore spezzato):

  • epinefrina, utilizzata per curare reazioni allergiche o un grave attacco d’asma
  • duloxetina, prescritta per curare problemi neuropatici (che interessano i nervi del sistema nervoso periferico o centrale) nelle persone che soffrono di diabete o anche di depressione
  • venlafaxina, utilizzata nel trattamento della depressione, dell’ansia e degli attacchi di panico
  • levotiroxina, farmaco prescritto a persone la cui ghiandola tiroidea non è perfettamente funzionante
  • stimolanti illegali, o non prescritti da un medico, come la cocaina o la metamfetamina

Cura della sindrome di Takotsubo

Fino a quando la diagnosi non è certa, il trattamento della sindrome di Takotsubo è similare a quello previsto in caso di infarto.

La maggior parte delle persone colpite viene ricoverata in ospedale fino alla guarigione.

Una volta stabilito che la sindrome di Tako Tsubo è la causa dei disturbi avvertiti dalla persona, il medico prescrive la terapia da assumere in ospedale. Ovvero farmaci che aiutano a ridurre il carico di lavoro del cuore e a prevenire ulteriori episodi.

Molte persone guariscono completamente entro un mese o poco più. Potrebbero avere bisogno di sottoporsi a un ecocardiogramma di controllo ogni 4-6 mesi da quando hanno avvertito i disturbi della sindrome, per verificare che non vi siano state conseguenze sul cuore e continuare ad assumere la terapia prescritta dal medico: nella maggior parte dei casi la cura dovrà proseguire per circa 3 mesi.

Oltre a tali tipi di interventi, i medici consigliano vivamente di rivolgersi a un esperto in tecniche di rilassamento e di gestione dello stress, per imparare ad affrontare e gestire in modo funzionale eventuali situazioni emotive intense e stressanti.

Prevenzione

Riconoscere e gestire l’ansia può aiutare a prevenire la sindrome di Takotsubo. È importante che la persona impari a controllare le proprie reazioni ed emozioni di fronte a situazioni di stress fisico ed emotivo.

Sono pertanto consigliate la pratica di tecniche di rilassamento, una corretta e continua attività fisica e l’assunzione di farmaci ansiolitici (ISS).

Saper gestire lo stress può infatti risultare fondamentale per prevenire la sindrome di Takotsubo. Alcune tra le più importanti forme di prevenzione sono:

  • Tecniche di rilassamento: rientrano nella categoria degli interventi psicofisiologici. Mirano a far raggiungere una condizione di rilassamento, caratterizzata dalla riduzione della tensione muscolare, frequenza cardiaca, pressione arteriosa, frequenza respiratoria e modificazione dell’attività cerebrale verso uno stato di calma mentale.
  • Meditazione e Mindfulness: si tratta di uno stato di coscienza in cui siamo testimoni vigili e presenti dei nostri pensieri, delle nostre emozioni e percezioni, momento per momento.
  • Yoga: disciplina corporea, che, analogamente alla mindfulness, promuove e addestra all’accettazione del momento presente lavorando sul corpo.
  • Attività sportiva: in grado di produrre un aumento nella concentrazione di endorfine, sostanze chimiche presenti nel cervello umano che funzionano come calmanti naturali e producono sensazioni di piacere.
  • Psicoterapia: considerando i dati sopra esposti, appare chiaro che l’utilità preventiva di un intervento di psicoterapia su disturbi psicologici o problematiche relative ad ansia e spettro dell’umore possa risultare di fondamentale importanza. Inoltre, concedersi l’opportunità di intervenire su strutture di personalità, vedi il cluster C nello specifico, ma non solo, e imparare a gestire in modo più funzionale l’emotività, oltre che permette di ottenere benefici direttamente rivolti alla costruzione di difese e risorse per contrastare la possibile insorgenza della TTS, consente di raggiungere il benessere psicologico e migliorare la qualità della vita, giocando così un ruolo basilare come fattore di protezione generale.

Bibliografia

Barbieri L., Galli F., Conconi B., Gregorini T., Lucreziotti S., Mafrici A., Pravettoni G., Sommaruga M., Carugo S. (2021) Takotsubo syndrome in COVID-19 era: Is psychological distress the key?, Journal of Psychosomatic Research, Volume 140

ISSalute – Sindrome di Tako Tsubo

Müller H.H., Sperling W. & Kornhuber J. (2017). CLUSTER C PERSONALITY ACCENTUATION IN PATIENTS  WITH TAKOTSUBO CARDIOMYOPATHY Personality traits mark vulnerability, Psychiatria Danubina; Vol. 29, No. 1, pp 93

Nayeri A., Rafla-yuan E., Farber-eger E. (2017): Pre-existing psychiatric illness is associated with increased risk of recurrent Takotsubo cardiomyopathy. Psychosomatics; 58:527–532

UniSR- La sindrome da crepacuore: è da sottovalutare?

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Contrassegnato con: psicosomatica, psicosomatici, psicosomatico, stress

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Autore dell’articolo

Dott. Francesco Lauretta

Psicologo Psicoterapeuta cognitivo comportamentale. Si occupa principalmente dei disturbi di personalità, delle relative difficoltà relazionali e dei disturbi dello spettro ansioso in adulti e adolescenti come attacchi di panico, ipocondria, ansia generalizzata, fobie, insonnia. In particolar modo si è specializzato, sia a livello clinico che di ricerca, nel disturbo d’ansia sociale e nei disturbi narcisistico ed evitante di personalità. Membro del Centro d’Eccellenza per i Disturbi d'Ansia Sociale (CEDAS); socio dell’Associazione Italiana Disturbi dell’Ansia Sociale (AIDAS). Opera come psicoterapeuta presso IPSICO e presso i suoi studi professionali di Figline Valdarno e Montevarchi. Profilo linkedin

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