Cos’è il cosiddetto DOC omosessuale
La sessualità emergente può causare un senso di confusione in ogni adolescente; i ragazzi e le ragazze omosessuali, in particolare, devono affrontare una serie di sfide uniche nel corso dell’adolescenza.
Oltre a imparare a capire la propria sessualità, i giovani gay e le giovani lesbiche devono affrontare situazioni complesse e pressioni che possono non essere rilevanti per gli adolescenti eterosessuali.
Devono anche avere a che fare con genitori ostinati, amici ed altri che talvolta possono avere opinioni divergenti sull’orientamento sessuale. Sentimenti d’ansia, angoscia e confusione sono spesso parte di questo processo.
Questo articolo, tuttavia, non riguarda l’ansia associata all’essere omosessuale o al “coming out”, quanto piuttosto il dubbio ossessivo di essere omosessuale o di poterlo diventare pur non avendo fondati motivi di sospettarlo.
Si tratta di un disturbo d’ansia che affligge un certo numero di individui, che non riguarda solo gli adolescenti ma può verificarsi in qualsiasi età.
Cosa sono le ossessioni di essere omosessuale?
Il timore ossessivo di omosessualità è uno specifico sottotipo del disturbo ossessivo-compulsivo (DOC omosessuale) che prevede ricorrenti ossessioni sessuali e dubbi intrusivi sul proprio orientamento sessuale.
Gli individui eterosessuali con ossessioni sul proprio orientamento sessuale temono di essere gay o lesbiche “latenti” e di scoprire un giorno che il proprio orientamento sessuale è diverso da quello che hanno sempre creduto che fosse.
Le loro ossessioni spesso consistono in pensieri indesiderati, impulsi o immagini che, senza nessun controllo, affiorano alla coscienza.
Per ridurre l’ansia causata dalla paura ossessiva di essere omosessuali, si impegnano in una varietà di rituali finalizzati a “dimostrare il loro vero orientamento sessuale” oppure volti a ridurre la percezione di “vulnerabilità” al diventare omosessuale.
Le persone con paura ossessiva di omosessualità si preoccupano di poter essere segretamente gay o di poterlo diventare, pur non avendo mai messo in discussione la propria sessualità in passato.
Prima dell’inizio del disturbo, possono aver avuto qualche normale e fugace dubbio sul proprio orientamento sessuale, ma niente di più.
La storia relazionale di chi soffre di DOC omosessuale
Molte persone affette da DOC da omosessualità posso anche avere una storia di soddisfacenti relazioni eterosessuali nel passato, nonché avere anche al momento una relazione eterosessuale in corso.
L’insorgenza del pensiero indesiderato li porta a mettere in discussione la propria identità sessuale e rianalizzare ripetutamente le esperienze precedenti, alla luce della possibilità di poter essere gay o lesbiche.
Il bisogno di assoluta certezza riguardo all’orientamento sessuale
Gli individui con paura di essere omosessuali vogliono sapere “per certo” che non lo sono, e spesso fanno di tutto per dimostrare a se stessi che sono etero.
Tuttavia, il disturbo ossessivo compulsivo è rafforzato sempre di più dai rituali e dagli evitamenti, e questi tentativi finiscono per esser controproducenti.
Il risultato è che alcune persone sono profondamente invalidate dai sintomi del DOC. Non è raro, infatti, che diventino depresse, si ritirino da scuola, lascino il lavoro, chiudano le proprie relazioni o prendano altre decisioni radicali che paradossalmente hanno come conseguenza il peggioramento dei sintomi.
In alcuni casi, gli individui con questo tipo di disturbo ossessivo compulsivo sperimentano delle relazioni omosessuali per mettersi alla prova e cercare di fugare i propri dubbi.
Tuttavia, a differenza di lesbiche e gay, per i quali fare “coming out” equivale a trovare la felicità, le persone con DOC di omosessualità trovano queste esperienze ancora più confusive e angoscianti.
DOC omosessuale: i sintomi
Molte persone che sono tormentate dal dubbio di poter essere omosessuali, quando sono nelle vicinanze di persone dello stesso sesso, “controllano” il proprio corpo in cerca di segni di eccitamento sessuale.
Altre hanno una variante del disturbo ossessivo da contaminazione e temono che il contatto con uomini gay, lesbiche, bisessuali o persone effemminate o androgine sia “contagioso” o possa in qualche modo “attivare” la loro omosessualità latente.
Altre ancora ancora temono di agire a causa di impulsi sessuali indesiderati. Se stanno intorno a persone gay o individui dello stesso sesso, hanno paura di perdere il controllo ed avere atteggiamenti equivoci.
Altre persone ancora affette da ossessioni di omosessualità si preoccupano che le altre persone possano pensare che loro siano gay, e cercano con tutta la propria volontà di comportarsi “da etero”.
Moltissimi, comunque, manifestano la maggior parte dei sintomi sopra elencati.
Rituali mentali nel disturbo ossessivo da omosessualità
- Chiedersi: “Trovo quella persona attraente?” (Spesso applicato ad entrambi, sia ad individui del sesso opposto che dello stesso sesso).
- Chiedersi: “Sono eccitato in questo momento?”
- Chiedersi: “Sono disgustato come dovrei da questa scena?” (Vedendo coppie dello stesso sesso).
Altri atteggiamenti come quelli che seguono sono finalizzati a cercare di “capire” o determinare il proprio orientamento sessuale.
- Ri-analizzare le precedenti esperienze relazionali o sessuali per assicurarsi di essere eterosessuale.
- Cercare di convincersi definitivamente del proprio orientamento sessuale.
- Rassicurarsi circa il proprio orientamento sessuale (“Sono assolutamente eterosessuale”).
- Confrontare mentalmente se stesso con le persone etero e con le persone omosessuali.
- Distogliere ripetutamente l’attenzione dagli individui dello stesso sesso ed indirizzarla verso individui di sesso opposto.
- Ripetere a se stesso di non essere omosessuale.
- Cercare di capire perché i rapporti precedenti sono falliti (per assicurarsi che non fosse legato al fatto che i partner precedenti credevano che potessi essere gay/lesbica).
- Pianificare e anticipare tutte le probabili conseguenze di un “coming out”, anche se non si ha alcun desiderio di dichiararsi omosessuale o non si hanno relazioni omosessuali.
- Pianificare come lasciare il proprio coniuge o il fidanzato/a ( anche se non hai nessuna intenzione di farlo).
- Neutralizzare i “pensieri gay” con “pensieri etero”.
- Raffigurarsi mentalmente i genitali del sesso opposto o atti eterosessuali, per ridurre l’ansia causata dai pensieri intrusivi.
- Analizzare l’ambiente per identificare persone che potrebbero essere gay o lesbiche.
- Fuggire dai pensieri indesiderati richiamando alla mente passate esperienze sessuali soddisfacenti.
- Sostituire pensieri omosessuali sgraditi con pensieri di altro tipo.
Rituali comportamentali nel disturbo ossessivo con timore di omosessualità
- Controllare il proprio corpo in cerca di segnali fisici di eccitamento (può essere anche un rituale mentale).
- Camminare in modo eccessivamente mascolino (se uomo) o femminile (se donna) al fine di apparire etero.
- Interagire in modo eccessivamente mascolino o femminile.
- Parlare solo di “adeguati” argomenti maschili o femminili.
- Attuare rituali di lavaggio (mani, ecc.) nel caso si sia entrati in contatto con uomini gay, lesbiche, o persone bisex.
- Guardare pornografia etero al fine di trarre rassicurazione dal fatto di esserne eccitato.
- Guardare pornografia omosessuale al fine di “provare” a se stessi di esserne disgustato o di non esserne eccitato.
- Chiedere ad altre persone se hanno mai trovato attraente una persona dello stesso sesso.
- Chiedere ad altri “E’ normale che..?” – o porre domande di questo tipo ripetute per ottenere delle rassicurazioni.
- Chiedere ad altre persone rassicurazioni sulla propria sessualità.
- Chiedere ripetutamente all’ex fidanzato/a perché la relazione è finita.
- Iniziare troppe storie eterosessuali per “provare” a se stessi di essere eterosessuale e di esser attratto dal sesso opposto.
- Masturbarsi compulsivamente con pornografia eterosessuale al fine di assicurarsi di esser attratto dal sesso opposto.
- Agire aggressivamente, insultando o disprezzando le persone omosessuali.
- In alcuni casi, uscire con persone dello stesso sesso o intraprendere atti omosessuali per poi cercare di capire il significato di queste esperienze, ma trovandole angoscianti e indesiderate.
Evitamenti nel disturbo ossessivo con timore di omosessualità
Tipicamente chi soffre di DOC omosessuale può evitare:
- gay, lesbiche e bisessuali.
- le cose che sono state toccate da uomini gay, lesbiche o bisessuali.
- il contatto fisico con persone dello stesso sesso (stringersi la mano, abbracci).
- di rimanere solo con individui dello stesso sesso.
- le conversazioni con individui dello stesso sesso.
- luoghi frequentati da persone omosessuali.
- bagni pubblici, spogliatoi, e altre situazioni in cui possa potenzialmente esserci nudità di individui dello stesso sesso.
- immagini / film che ritraggano persone attraenti dello stesso sesso.
- persone attraenti dello stesso sesso.
- le attività che non sono tipicamente maschili (se uomo) o femminili (se donna).
- di vestirsi in modo tipicamente maschile o femminile.
- musica tipicamente omosessuale o film con attori o personaggi gay.
- relazioni sentimentali e attività sessuale per paura che pensieri indesiderati “compaiano” durante il sesso.
- il contatto visivo con persone dello stesso sesso.
- quando si è in pubblico, di guardare l’inguine, il sedere o il petto di persone dello stesso sesso.
- di masturbarsi per paura che compaiano pensieri indesiderati a contenuto omosessuale.
- programmi televisivi con personaggi o temi omosessuali.
- oggetti viola, con arcobaleni ed altri simboli associati all’omosessualità.
- un abbigliamento androgino o stravagante.
Trattamento della paura ossessiva di essere gay o lesbica
“E se questo non è DOC? E se sono davvero gay?”.
Queste sono domande ricorrenti ed è importante discuterne con un terapeuta cognitivo comportamentale esperto.
Se soffrite di dubbi ossessivi riguardo al vostro orientamento sessuale, ricordate che questi sono come un “falso allarme”, che non ha nulla a che fare con il vostro orientamento sessuale vero e proprio.
Le persone in cerca di cure per il DOC da omosessualità sono in ansia perché vorrebbero ad ogni costo conoscere l’inconoscibile.
Purtroppo, semplicemente, non c’è un modo oggettivo per determinare il “vero” orientamento sessuale. Se ci fosse una soluzione semplice, l’avrebbero trovata ormai.
Il trattamento del disturbo ossessivo, quindi, non deve avere una funzione rassicurante, né convincere il paziente che i dubbi sono assolutamente infondati, ma deve concentrarsi sull’obiettivo di insegnargli a convivere con un minimo margine di dubbio.
In altre parole, il trattamento non dovrebbe mirare a dimostrare al paziente che non è omosessuale, quanto piuttosto aiutarlo ad acquisire le competenze migliori per tollerare l’inconoscibile.
Il timore ossessivo di essere omosessuale funziona proprio come le altre tipologie di ossessioni pure del DOC: più si analizzano i pensieri e il corpo per cercare di “capire la verità”, più è probabile che per inconsapevolmente i sintomi ossessivi vengano alimentati e rafforzati.
Un buon percorso di psicoterapia, però, può aiutare chiunque soffra di questi problemi ad uscirne recuperando la serenità e riprendendo in mano la propria vita.