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Gelosia ossessiva

gelosia ossessiva

La gelosia è uno stato emotivo complesso, un sentimento comune, più o meno accettato a seconda dei contesti storici e culturali.

Possiamo definirla come la minaccia percepita della perdita di una relazione significativa, con un immaginario o reale rivale, che si manifesta con componenti emotive, cognitive e comportamentali.

La gelosia porta con sé un mix di emozioni come ansia, preoccupazione, tristezza, rabbia, odio, rimpianto, vergogna, amarezza e invidia che possono essere considerate su un continuum, dal normale al patologico.

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Gelosia sana e patologica

Gelosia sana

Alcune forme di gelosia vengono considerate “normali”, o socialmente accettate, in relazione alla proporzione della reazione in situazioni di possibile infedeltà. In questi casi la persona mantiene la gestione delle proprie emozioni senza farsi sopraffare. Eventualmente modifica le sue credenze e i suoi comportamenti quando acquisisce nuove informazioni.

Gelosia patologica

Può assumere, invece, sfumature patologiche discostandosi dalla gelosia “normale” quando l’esperienza emotiva diventa abnorme. Cioè di un’intensità non consueta, persistente, con contenuti emotivi e cognitivi incoercibili. Questo anche quando razionalmente possano essere ritenuti assurdi o, infine, quando le credenze diventano “impermeabili” anche di fronte ad ogni confronto con la realtà.

In questo caso, la gelosia inizia con un’intensa reazione di attivazione, chiamato “flash di gelosia”, provocata da un (reale o immaginario) cambiamento nel comportamento del partner. Questo è seguito da un parossismo di emozioni dolorose, accompagnato da interpretazioni erronee e ricerca di prove.

Le persone patologicamente gelose mettono in atto comportamenti specifici, come accuse e interrogatori, telefonate ripetute, controllo di telefoni e corrispondenza. Ma anche visite a sorpresa, comportamenti persecutori, divieti al partner di vedere i propri amici, andare fuori da soli o indossare certi abiti, frugare tra vestiti ed effetti personali. Fino all’ispezione della biancheria intima al fine di trovare la prova schiacciante dell’infedeltà del partner.

Come risultato questi soggetti possono isolarsi e sviluppare un range di sintomi (senso di impotenza, isolamento, estrema passività, ecc) e sperimentare ansia e depressione che possono anche favorire l’abuso di alcool o farmaci.

Diagnosi della gelosia patologica

Sintomi gelosia ossessiva

La gelosia patologica presenta alcune caratteristiche che la differenziano dalla normale gelosia.

Per essere tale deve essere eccessiva, intrusiva e ingiustificata. Il sospetto e la paranoia diventano tratti determinanti. Il geloso patologico è pervaso dal dubbio e l’incertezza è intollerabile.

Inoltre deve creare una forte compromissione della relazione di coppia in cui le rassicurazioni sono inefficaci e il controllo del comportamento del partner diventa ossessivo.

Gelosia patologica e nosologia

Al livello diagnostico la gelosia patologica non ha un’entità nosologica specifica. Viene spesso rappresentata come parte della psicopatologia ossessivo-compulsiva o come disturbo delirante di tipo geloso.

Può anche essere una delle componenti di numerosi disturbi psicopatologici, come la dipendenza da sostanze o l’alcolismo, la schizofrenia, la depressione, i disturbi organici (Alzheimer, Parkinson, tumori cerebrali etc.), o può essere un effetto collaterale dei trattamenti farmacologici.

Diagnosi differenziale

Nella cosidetta gelosia ossessiva, al contrario del disturbo delirante, la persona sa di non avere alcuna prova di infedeltà. Nonostante questo non può fermare i pensieri intrusivi e i comportamenti di controllo, riconoscendo tuttavia la gelosia come inaccettabile, estranea e vergognosa.

Al contrario nel disturbo delirante con tematiche di gelosia la veridicità del sospetto non viene messa in discussione. Sono presenti spesso falsi ricordi, interpretazioni bizzarre dei comportamenti del partner e tentativi di estorcere una confessione.

La gelosia patologica (o ossessiva) viene spesso accomunata e quindi diagnosticata (quando non è presente la componente delirante) all’interno dello spettro ossessivo-compulsivo, identificando i pensieri intrusivi, ripetitivi e irrazionali riguardo all’infedeltà del partner come ossessioni e i controlli o la ricerca di rassicurazione da parte del partner come compulsioni.

Tuttavia, per quanto la fenomenologia possa essere in teoria simile a quella di un disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), non è corretto diagnosticare tale manifestazione sintomatologica come DOC.

Paranoia e sospettosità nella gelosia ossessiva

Alcuni punti chiave ci spingono a sostenere questa posizione, non sempre condivisa. La tematica dei pensieri, infatti, anche se li chiamiamo “intrusivi”, non è tipica del disturbo ossessivo-compulsivo, è piuttosto più accomunabile alla cosiddetta paranoia, poiché alla base dei pensieri c’è il sospetto che l’altro sia malevolo o minaccioso.

I pensieri sono in questo caso dovuti ad una forte sospettosità, più o meno egosintonica, che non arriva ad avere la forma di delirio e che mantiene la persona “funzionante” nei vari ambiti di vita, ma con una forte polarizzazione del pensiero verso il sospetto o il dubbio di infedeltà.

Il nucleo personologico rimane tuttavia la discriminante diagnostica da tenere fortemente in considerazione quando ci troviamo di fronte una manifestazione sintomatologica come la gelosia ossessiva.

Gelosia ossessiva e disturbi di personalità

Disturbo borderline di personalità e gelosia

Nel Disturbo Borderline, ad esempio, è nucleare il timore eccessivo dell’abbandono, che può sfociare in reazioni abnormi di fronte ad un reale o immaginario allontanamento della persona significativa a causa della propria non amabilità. Questo può portare a fantasie terrifiche di abbandono, oltremodo esacerbate dall’immaginaria presenza di un “rivale” più desiderabile o più amabile.

Possono essere inoltre presenti tratti di sospettosità eccessiva e di intolleranza a emozioni fortemente negative. Queste sono gestite spesso con comportamenti impulsivi tesi ad abbassare l’intensità emotiva, ma potenzialmente disfunzionali per il soggetto.

Disturbo paranoide di personalità e gelosia

Anche nel Disturbo Paranoide possiamo trovare manifestazioni di gelosia patologica, legate però alla percezione dell’altro come ingannevole e ad un profilo di sospettosità pervasiva nei confronti degli altri in generale.

Disturbo dipendente di personalità e gelosia

Infine nel Disturbo Dipendente è possibile riscontrare forti timori di separazione che possono portare il paziente a sperimentare un intenso stato di allarme al pensiero che l’altro significativo si possa allontanare (magari a causa della presenza di un “rivale”) e indirizzare la sua ideazione verso fantasie terrifiche di tradimento ed abbandono.

Cura della gelosia ossessiva

La ricerca evidenzia che nell’inquadramento diagnostico e nel trattamento è importante porre attenzione non solo alla fenomenologia del sintomo ma anche alle componenti cognitive e al substrato personologico.

La psicoterapia rappresenta il trattamento di elezione per risolvere le cause della gelosia ossessiva.

La ricerca evidenzia l’efficacia della psicoterapia cognitivo-comportamentale che, attraverso l’utilizzo di tecniche cognitive e comportamentali, si pone come obiettivo il miglioramento dell’autocontrollo e la gestione della componente cognitivo-emotiva della gelosia.

In particolare l’approccio della Schema Therapy si è dimostrato efficace nel trattamento della gelosia ossessiva. Questo approccio si rivolge a riconoscere ed eliminare gli schemi disfunzionali ritenuti essere alla base dell’insicurezza verso il partner.

Infine, nei casi in cui è presente una complementarietà tra i comportamenti dei partner, è consigliabile un percorso di coppia che prevede l’apprendimento di una serie di strategie anche nel partner al fine di evitare che la gelosia venga alimentata e mantenuta dai suoi stessi comportamenti.

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Approfondimenti

Scarica gratis il primo capitolo di “La cura della gelosia” di R. Leahy, edito da Centro Studi Erickson

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Contrassegnato con: ossessione, ossessioni

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Autore dell’articolo

Dott.ssa Elena Micheli

Psicologa Psicoterapeuta presso l’Istituto IPSICO di Firenze. Terapeuta EMDR II livello, formata in Psicoterapia Sensomotoria, Terapia Metacognitiva e Acceptance and Commitment Therapy. Si occupa primariamente di disturbi di personalità, disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, psicotraumatologia e psicodiagnosi. Presso l’Istituto IPSICO di Firenze si occupa anche di progetti di ricerca e divulgazione scientifica ed è socia dell’Associazione EMDR Italia. Profilo linkedin

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